TWC - News From Indoor War 2022

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    QUESTO POST CONTIENE DIVERSE GIF //


    ( Anabel )



    Data: Martedì 21 Dicembre 2021. Tardo Pomeriggio.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna.

    L'ora dell'appuntamento "ordinato" da Maca è giunto e lei era già lì, al centro dell'ala dove ci sono tutte le celle.

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    Dall'altra parte, appare questa fantomatica Ana e se la prende comoda comoda, sorridente e beffarda. A debita distanza, tutte le prigioniere dell'ala sono presenti per assistere a questa... conversazione.

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    A: E' un onore ricevere un invito dalla bionda d'oro.

    Ana accarezza i capelli biondi di Maca, ma lei scaccia la sua mano con il dorso della mano.

    A: Andiamo, su. Non essere così permalosa. Voleva essere un semplice gesto di apprezzamento.

    MV: Anabel...

    A: Chiamami pure Ana.

    MV: Ana... Hai qualcosa da dirmi?

    Anabel si mostra fintamente sorpresa, mettendosi una mano davanti alla bocca.

    A: Non so cosa dovrei dirti...

    MV: Sicura? Credo proprio che tu abbia qualcosa da dirmi.

    A: Non so cosa tu stia insinuando.

    Maca fa segno di far avvicinare qualcuna, senza perderla di vista. E' Rizos. Capo chino. Anabel sembra non capire cosa stia succedendo...

    A: Non capisco...

    MV: La conosci, no?

    A: Sì, certo. La lesbica.

    Maca piega la testa.

    MV: Stai dicendo che pure io sono lesbica?

    A: Oh, no! Non volevo dire questo. Ma che c'entra lei?

    Maca rimane in silenzio, scutando Ana negli occhi a lungo.

    MV: Non devi più avvicinarti alle mie ragazze.

    Fintissimo stupore di Anabel.

    A: Non l'ho mai fatto.

    Incrocia gli indici davanti alla bocca, baciandoli. Segno di giuramento. Rizos alza la testa, non credendoci a quanto abbia appena sentito. Si fa avanti...

    R: Maca! Io...

    Un ceffone improvviso con il dorso della mano l'ha fatta girare dall'altra parte. Si tiene la mano sulla guancia dove ha subito il ceffone, con lo sguardo scioccato verso Maca. E' furiosa, Maca. La riccia non riesce a trattenere di nuovo le lacrime.

    MV: Sono stata chiara, Ana?

    A: Chiarissima. Ma ti ripeto... Non ho fatto nulla.

    Maca resta in silenzio.

    MV: Non abbiamo altro da dirci. Puoi andare.

    A: Quale onore.

    Un fintissimo inchino, si gira e lascia la piazza. Quando se ne è andata, Maca si gira verso Rizos, poi verso tutte le altre prigionieri presenti. Indica la riccia e urla...

    MV: Ragazze mie! Sono stata appena tradita da questa! E merita la punizione! La solita punizione! E' tutta vostra!!!

    Le donne urlano come se fosse una vittoria! Rizos si accascia in ginocchio a terra. Disperata e piangendo ancora di più. Viene afferrata da un paio di donne alle braccia e viene trascinata via. Non oppone nemmeno resistenza. Sa benissimo cosa la aspetta.

    ------------------------------------------------------------------------------------------------

    Data: Mercoledì 22 Dicembre 2021. Alba.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna.

    E' l'alba di un nuovo giorno. C'è chi non ha dormito granchè. Come Maca. La fioca luce illumina il suo volto inespressivo. C'è chi dorme alla grande, beata e tranquilla. Come Anabel. E' ora di svegliarsi.

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    Anabel si desta e non riesce ad aprire bocca, mugugnando qualcosa. Per forza, la bocca è chiusa con il nastro adesivo. Cerca di tirare su le braccia, ma sono legate a bordo letto. Solo ora realizza che Maca è quasi sopra di lei e spalanca gli occhi, spaventatissima. Maca le mette l'indice sopra il naso. Fa segno di zittirsi.

    MV: Ssshhhhh.

    Anabel non mugugna più ma continua ad agitarsi.

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    MV: Allora... Anabel... Ti voglio raccontare una breve storia. Nel frattempo...

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    Si avvicina con qualcosa di tagliente in mano. E' lo stesso oggetto sequestrato a Rizos nel suo fallito tentativo di attacco. Si tratta di uno spazzolino da denti che è stato letteralmente limato, rendendolo molto affilato e tagliente. Afferra il braccio con una mano e la tiene fermo. Con l'altra mano, inizia ad incidere. Anabel cerca inutilmente di opporre resistenza. Sicuramente c'è qualcuna nella sua cella, ma nessuna osa intervenire. Non è certo oggi che si scopre cosa sia capace la bionda quando si scomoda in prima persona. Nessuna vuole finire nella sua lista nera.

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    MV: Una giovane ragazza inizia quasi per gioco a rubare nei negozi. Si fa sempre per gradi in tutto, no? Ah, che bei ricordi ha questa ragazza. Quante caramelle e merendine ha rubato. Ha perso il conto. Senza che se ne rendesse conto, si è sparsa la voce di questa fantomatica ragazza che ruba ma non è mai stata arrestata, nonostante le telecamere di sorveglianza dappertutto. E quando le voci si spargono, è inevitabile che questa ragazza venga contattata dal giro che conta. Questa ragazza non era ancora maggiorenne che già organizzava ed eseguiva furti a livello nazionale su commissione.

    Si ferma ad incidere e si prende un bel respiro profondo. Poi riprende ad incidere.

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    MV: Questa ragazza cresce e diventa maggiorenne. Vive la vita come tutte le altre donne. Beve. Mangia. Dorme. Scopa. Studia. Arriverà a laurearsi in pochissimi anni. Però vive un'altra vita parallela. Arriva la più grossa commissione. Rapinare la Banca Centrale di Spagna. Sarebbe andata tutto bene se non fosse stata tradita. Da allora, ha perso ogni briciolo di fiducia verso tutti. Da allora, ha affinato un sesto senso infallibile nel sentire puzza di bruciato o quando qualcuno prova a farle un torto. Guarda caso, questo senso l'ha sviluppato proprio in una prigione.

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    Ormai sembra aver finito di incidere. Per dare un tocco finale alla sua opera, le da un'ultima "coltellata" e Anabel vorrebbe saltare e urlare per il dolore ma le viene negata questa possibilità.

    MV: Sai quale particolarità aveva questa ragazza? Aveva il brutto vizio di firmare le rapine. Normalmente lo faceva sapere appena il furto era stato consegnato con successo. Non se ne faceva una ragione di vanità. Semplicemente sapevano tutti che sarebbe stata lei. Perchè far perdere tempo alla polizia e all'esercito nelle indagini?

    Indica con lo spazzolino in direzione dell'incisione.

    MV: Vedi? Penso che questa... donna avrebbe fatto una firma del genere. Guarda bene.

    Anabel si gira di lato, facendo uno sforzo non indifferente per alzare poco poco la testa abbastanza da vedere cosa le è stato fatto.

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    MV: Vedi? Non è un capolavoro?

    Anabel vorrebbe urlare dalla disperazione, ha quasi un attacco di pianto. Maca non si fa impietosire.

    MV: Questa è la differenza tra me e te. Io ci metto la firma. Io ci metto la faccia. Tu no.

    Maca usa ora la punta dello spazzolino per farle il solletico. Le viene la pelle d'oca. Ha fatto effetto, nonostante tutto. Maca sorride. Un sorriso così sadico, mai visto prima. Ci gode. Poi torna seria.

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    MV: La riccia era pura e innocente. Tu l'hai corrotta e resa impura. Lei non mi ha mai mentito. Ha fatto il tuo nome sotto minaccia. Le ho creduto. Sapeva che se mi avesse detto la sua prima grossa bugia con me, beh... meglio non pensarci. E' stata punita per colpa tua.

    Breve pausa.

    MV: Ieri ti ho messa alla prova. Hai miseramente fallito. Sai qual è il tuo più grande errore? Averci provato quando non sono dell'umore giusto. In altri momenti, forse tra qualche giorno o tra qualche settimana, ne avrei discusso. Oggi no. Non ti posso perdonare quello che hai fatto.

    Maca si avvicina al volto di Anabel. Ne è terrorizzata. Maca sussurra...

    MV: Lo so che c'è lo zampino di Zulema in questa storia. E' stata lei ad orchestrare tutto quanto e tu hai solo obbedito. Non hai avuto il fegato di opporle resistenza. Peccato che tu non abbia fatto i conti con me. Certo, ti capisco... Dovevi scegliere tra me e te. Hai scelto lei. Mi aveva pure avvertita, sai? Aveva detto qualcosa tipo... Come scegli, scegli... finisce male. Non te lo chiedo se è vero, tanto lo negherai sempre. Non inferisco solo perchè servi al sistema. Ho la tua... parola, se così vogliamo chiamarla, che non darai più fastidio in nessun modo alle mie ragazze?

    Anabel fa tutto quello che può per dire subito di sì. Cenni con la testa, chiusura delle palpebre, segno di ok con entrambe le mani.

    MV: Bene. Un giorno mi occuperò anche di Zulema. E quando accadrà, la darò in pasto alle iene. Per ora, non la tocco perchè pure lei serve al sistema. E servirà anche a me. Ah, chiaramente accadrà anche a te. Mica pensavi di cavartela con così poco, eh?

    Si stacca e torna eretta.

    MV: Dimenticavo... Presto manderò un messaggio. Così... Giusto per farti... farvi capire che non si scherza con me.

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    Maca si gira. Vede le compagne di cella di Anabel e scrolla le spalle, rivolgendosi a loro.

    MV: Visto? Siamo appena tornate amiche per la pelle. Ci avrei messo la firma.

    Scende dal letto, si mette le mani nelle tasche dei pantaloni ed esce dalla cella.

    MV: Continua a fare il tuo dovere. Mi farò sentire presto.

    Camera fades.

    ------------------------------------------------------------------------------------------------

    Data: Giovedì 23 Dicembre 2021. Tardo pomeriggio.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna.

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    Anabel è seduta nei pressi del tavolino quadrato che mettono a disposizione in ogni cella. Ha il braccio fasciato per la lunghezza del marchio lasciato come ricordo da Maca. Sta scrivendo qualcosa su un piccolo taccuino e vicino ci sono delle banconote di varie taglie. Sta facendo i conti dello spaccio. Sente qualcuna avvicinarsi lentamente, quasi strisciando. Alza lo sguardo verso l'ingresso della cella, sente che si avvicina sempre di più. E quando appare, si mette istintivamente una mano alla bocca. Scioccata.
    Si è presentata Rizos. Irriconoscibile. La riccia non è più una riccia ordinata. Le sono stati tagliati i capelli qua e là a casaccio. Gli occhi sono così tumefatti e gonfi che quasi non si vedono i bulbi oculari. L'intera faccia è gonfia come un pallone. Fasciature ovunque per tutto il corpo possibile e alcune stecche di legno coprono alcune dita sparse tra le due mani. E' tutta storta e piegata, si appoggia di spalla al ciglio dell'ingresso per non rischiare di cadere.
    Maca l'aveva avvertita che sarebbe stata punita e così è stato, ma non si aspettava un simile trattamento. Non l'ha minimamente risparmiata nemmeno fosse una delle donne più vicine a Maca. O forse proprio per questo, è stata punita più del previsto.

    A: Vieni. Siediti.

    Anabel indica la sedia libera di fronta a lei. Rizos scuote la testa. Non vuole entrare.

    A: E' stata Maca a mandarti? Per farmi sentire in colpa?

    Anabel mostra meglio il braccio fasciato dal marchio. Di nuovo, Rizos scuote la testa. Anabel non afferra il motivo della sua presenza. Rizos va per parlare, ma riesce a malapena a muovere la bocca. Esce un suono quasi gutturale.

    R: S-ssono v-vven-nuta... da... s-sola. P-porto m-mmess-ssagg-ggio da M-ma-ca.

    Anabel rimane perplessa, alza le sopracciglia.

    A: Ripeto. E' stata lei a mandarti?

    Ancora, Rizos scuote la testa.

    R: N-no. Of-ferta v-vvolonn-nntaria i-io. P-perd-don-no.

    A: Le vuoi davvero bene, nonostante tutto.

    Rizos conferma con un leggero cenno della testa.

    A: E cosa dice questo messaggio? Me l'aveva anticipato che l'avrebbe mandato.

    Rizos estrae un foglietto piegato e lo porge ad Anabel. Non ce la fa ad avvicinarsi, così Anabel è costretta ad alzarsi e prendere quel foglietto. Lo apre e lo legge. A bassissima voce.

    A: Anabel, ho un regalo per te. Per rinforzare la nostra stima reciproca. Per rafforzare la nostra collaborazione. Lo devi ritirare alla lavanderia. Spero che il regalo sarà di tuo gradimento. PS. Non è una trappola, non ne ho bisogno con te.

    A: Non mi piace. Tu sai qualcosa?

    Rizos nega con la testa. Anabel butta quel foglietto al cesso, come da prassi quando si mandano i messaggi tramite fogliettini.

    A: Vado.

    Si avvia verso la destinazione indicata da Maca.

    QUALCHE MINUTO PIU' TARDI...

    Anabel entra nella lavanderia. Uno dei posti più remoti e sporchi di tutta la prigione. Uno di quei posti dove regnano violenza e torture. Persino la polizia se ne guarda bene dal controllare quell'area. Interviene solo quando strettamente necessario. Alle guardie interessa solo che lavano e stirano i panni, per il resto chiudono uno o più occhi.
    In quel momento, non ci sta nessuno. L'unico rumore di sottofondo, inquietante e ripetitivo, sono le gocce d'acqua che cadono da un rubinetto difettoso. Davanti a lei, prima di entrare all'area dove ci sono le grandi lavatrici, deve oltrepassare una serie di grandi teli stesi, forse lenzuola e una serie di grandi pezzi di nylon sistemati come una sorta di tende. Con timore, scansa tutto ed avanza lenta e cauta. Sotto sotto le crede che non sia una trappola, ma non si sa mai. Il passaggio è libero. Sgrana gli occhi. Non ci crede cosa vedono i suoi occhi.

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    Una donna su una sedia. Legata dietro la schiena. Tagli e bruciature sulle spalle. Testa penzolante e capelli rovinati. Anabel riconosce la donna, ma spera sempre che non sia quello che pensa lei. Allunga la mano verso di lei, piano piano. Vuole chiamarla ma non esce alcun suono dalla sua gola. Il nome le viene strozzato in gola. La aggira lentamente. Appena se la ritrova di fronte, crolla a terra in ginocchio. A bocca aperta. Disperata. Non riesce a chiamarla.
    La afferra per le mani. Presto nota del sangue che cola da un braccio. Lo gira.
    La firma. Il marchio. Maca.
    Ma l'orrore del trattamento riservato a questa donna è terrificante. Non c'è necessità di descriverlo per quanto sia agghiacciante. Da una parte Anabel si sente fortunata ad essere ancora integra, ma dall'altra è consapevole di essersi fatta nemica di una donna capace di ogni gesto, senza morale e senz'anima.
    Dovrebbe chiamare le guardie per farla trasportare alla sala medica e prestare le prime cure, ma è bloccata. Scoppia a piangere. Solo ora esce un suono dalla sua gola, quello del pianto. Lo aveva sempre sentito che Maca fosse un diavolo in persona se le facevi qualche torto ma non ci credeva. Ora ci crede, anche troppo. E se ne guarderà bene dal farne altri in futuro.
     
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    ( The Isolation II)



    Data: Giovedì 23 Dicembre 2021. In prossimità della cena.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna

    Maca è sdraiata sul lettino, intenta a leggere. Per la prima volta da quando è rientrata dalla trasferta di lavoro, è di ottimo umore. In lontananza, sente dei rumori di passi. Numerosi e pesanti. Diversi uomini. Appena capisce chi sono, si sbriga a scendere dal letto e sedersi, appoggiandosi con i gomiti sul tavolino.

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    Si tiene il mento con un pugno chiuso e sfodera il sorriso più bello possibile. Non di gioia, ma di puro compiacimento, di pura goduria. Come previsto, sono un bel gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa e puntano subito le pistole contro di lei. Rimangono un attimo interdetti da come lei li abbia "accolti" in quella posizione.

    Poliziotto 1: Alzati e metti le mani dietro la testa.

    La prigioniera se la prende comoda. Alza le braccia. Se li mette dietro la testa. Si alza.

    Poliziotto 1: Avvicinati. Lentamente.

    MV: Tranquilli. Non ho niente addosso.

    Poliziotto 1: Zitta! Muoviti!

    MV: Oh! Siamo nervosetti, eh!

    Maca si avvicina verso di loro, o meglio verso le sbarre dal lato chiuso. Appena appurato che effettivamente non abbia nulla di pericoloso, la afferranno e la sbattono rudemente sulle sbarre. Maca continua a tenere quel sorriso ripugnante, nonostante tutto. Sta venendo ammanettata ai polsi e ai piedi.

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    MV: Ce ne avete messo di tempo. Che lentezza.

    Finita l'operazione, due uomini la afferrano per i gomiti e la trascinano via. Le altre prigioniere presenti in quel momento escono dalle celle e poco dopo, gradualmente, invocano il suo nome. Come fanno ai beniamini in un Arena del wrestling. Lei si fa trascinare e non perde mai quel sorriso, nonostante sappia a cosa sta per andare incontro.

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    Data: Martedì 28 Dicembre 2021. Orario indefinito.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna

    Maca è in cella di isolamento da alcuni giorni e non si sa quando uscirà.

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    Stare lì dentro significa subito perdere la cognizione del tempo. Non vedi il sole. Non vedi la luna. Non vedi il cielo. L'unico modo per contare i giorni è quando ti portano i pasti ma possono benissimo ingannarti. Lei si è segnata i pasti con delle piccole barre su un muro. Da una parte, non disprezza questo isolamento. Ha tutto il tempo di ragionare con calma e senza alcuna influenza esterna. Sono successe troppe cose in pochi giorni e c'è necessità di fare ordine alla propria mente. Deve capire quale è la reale situazione e deve capire cosa vuole fare quando uscirà da quella cella.

    Le domande che si pone riguarda soprattutto alle scelte che aveva a disposizione. Ha fatto bene? Ha fatto male? Poteva fare qualcosa per evitare tutto questo? Zulema aveva davvero pianificato tutto questo? Aveva previsto che avrebbe capito che lei ci stava in mezzo? Sta tentando di manipolarla? No. Ma ha l'occhio lungo, sa cosa sarebbe successo in base a una catena di scelte ed eventi. Tutto questo per cosa? Maca lo sa, ma preferisce non pensarci. Maledetto wrestling! Tutti questi casini non sarebbero mai successi se non avesse firmato quel contratto di merda!

    Ormai i casini sono successi e indietro non si può più tornare. Cosa deve fare per uscirne? Non ha dubbi che la posizione da Boss. E' salda, saldissima. Ne è davvero sicura. E' tornata alla vita di tutti i giorni, quella di prigioniera come tutte le altre. Soltanto in questi giorni realizza quali siano le differenze vere della vita. Stare in isolamento? Stare in prigione? Stare in aereo? Stare su un ring? Vincere qualcosa? Ma cosa sta pensando Maca? Non è solo questo... Rimanere in prigione è la scelta migliore? Passare così, in modo anonimo, per il resto della pena ancora per diversi anni? Questi sono gli anni migliori della vita... Ha senso sprecarli così?

    Un rumore metallico la desta. Lei si alza subito.

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    Si apre lo sportellino. Viene consegnato il pasto. Un pasto molto amaro e povero, ma è così. E' la punizione. Afferra il vassoio e si sistema bene. Piano piano mangia tutto, lasciando per ultimo qualcosa. Una fetta bruciacchiata di pancarré. La tiene per mano e sorride.

    MV: Niente male come torta.

    Si prende un respiro e canta.

    MV: Tanti auguri a me! Tanti auguri a me! Tanti auguri a Maca! Tanti auguri a meee!!!

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    Ha superato la soglia dei ventisette anni. Non ci ha pensato, Maca, che potrebbe avere ben altri pasti? Ben altri benefit di tutto rispetto? Per il momento non ci pensa. Per il momento, le va bene così.

    Avrà davvero tanto tempo per pensarci.
     
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    NEWS FROM INDOOR WAR



    News from Indoor War è il nome del thread nel quale vengono postate tutte le informazioni relative agli episodi di TWC Friday Night Indoor War appena passati o prossimi, come, per esempio, i nomi delle superstar che prenderanno parte al main event dello show. Questa sezione viene utilizzata dagli amministratori per varie comunicazioni in gimmick da parte, per esempio, del general manager dello show, ma è aperta anche a tutti i partecipanti: infatti oltre che durante Indoor War, si possono postare facoltativamente promo anche qui, per arricchire il proprio personaggio o le rivalità in corso.

     
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    (Season Greetings)



    Il palco è quasi montato. Quei due hanno fatto meglio del previsto. Potrebbe considerare di pagarli.

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    Sheamus Shimura non voleva portarseli dietro, ma Adam è impegnato con "l'ospite", quella sottospecie di mostro, e questi due erano gli unici che potevano dargli una mano.

    SMS: Cercate di fare i seri.

    SKL: Noi siamo sempre seri.

    HTI: Sempre.

    È il più grosso concerto della loro carriera. Royal City Music Hall. Tutto esaurito. Soldi veri. Soldi veri dietro l'angolo. Fa sì che vada bene, fa sì che vada bene...


    --------------------------------------



    Osaka, Giappone
    28/12/2021
    10:22 AM




    Aeroporto Internazionale di Osaka. Uno degli aeroporti più importanti del Giappone, con migliaia di persone che si spostano da una parte all'altra del mondo. Alcune figure in giacca e cravatta aspettano in silenzio l'arrivo di qualcuno, con un cartello in mano.

    DECKARD
    BENSON CROSS



    Sono anonimi giapponesi, ma sui completi è ricamato con filo argentato il simbolo della Shibata Corporation. Passa qualche secondo prima dell'arrivo degli ospiti della First Family giapponese.



    Becky Deckard è in fronte a tutti. Temperance tiene per la mano Noah Benson. Xander porta i bagagli. Cross, una lattina di birra in mano, rimane sul retro.

    BD: Questa è la nostra scorta, vedo. Bene, bene.

    Becky si guarda intorno.

    ???: Benvenuti in Giappone. Prego seguiteci.

    BD: Certo.

    Becky schiocca le dita.

    BD: Andiamo.

    XD: Non è che devi ordinarcelo...

    Becky lancia un'occhiataccia a Xander. Cross beve. Tutto il gruppo segue la Queen Bee.

    Il gruppo esce dall'aeroporto, guidati dagli uomini in giacca e cravatta, raggiungendo il parcheggio. Poche decine di metri, e dietro una berlina nera una Bentley Mulsanne Grand Limousine fa capolino, fermandosi davanti al gruppo.

    ???: Accomodatevi. Il viaggio durerà circa quaranta minuti.

    BD: Ottimale. Perfetto, perfetto.

    Noah e Temperance si guardano. Lei gli strizza la mano. Cross beve.

    --------------------------------------



    Kyoto, Giappone
    27/12/2021
    11:05 AM


    BD: Sono passati più di quaranta minuti. Non va bene.

    VC: Sono solo tre minuti.

    Becky lancia un'occhiataccia a Cross, che ha finito le lattine da bere e sospira. Temperance tiene la testa poggiata sulla spalla di Noah, che guarda fuori dal finestrino.

    NB: Non mi avevate detto che era così.

    XD: Così come?

    NB: Sobria...

    La Tenuta Shibata si presenta in tutta la sua maestosità al gruppo. Dall'ultima visita dei Deckard, la sicurezza è aumentata esponenzialmente, e stavolta non si tratta solo di una scorta privata. C'è una discreta quantità di poliziotti giapponesi in divisa ufficiale a controllare l'ingresso alla tenuta. Nonostante tutto, la carovana viene fatta passare tranquillamente.

    NB: Siamo ospiti reali, in pratica.

    BD: Cenerò con la First Family giapponese. Menomale che vi ho preso dei bei vestiti. Menomale...

    Cross sospira, non avendo da bere. Finalmente, la limousine si ferma davanti all'immenso palazzo. E finalmente vediamo volti familiari.

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    Megumi Shibata, con in braccio la piccola Violet, e Kenta Shibata. I due sono vestiti in maniera stranamente diversa oggi, con la rossa particolarmente casual con una felpa scura oversize ed una maglia a maniche lunghe grigia, mentre il Kamikaze indossa un completo elegante.

    MS: Bentornati.

    --------------------------------------



    Kyoto, Giappone
    30/12/2021
    22:35


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    ...irish whip della Wong che spedisce l'italogiapponese contro il corner! Ed ora la carica!

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    LISA ALZA LA GAMBA PER DIFENDERSI, MA KRYSTAL E' BRAVISSIMA AD INTERCETTARLA ED A SPEDIRE IL SUO NASO CONTRO IL MAT, PER POI CONNETTERE UNA BRIDGING CROSSFACE!

    BD: Lisa, non mollare!

    TMP: Ovviamente tieni per lei.

    Temperance si volta verso Becky.



    Le sorelle Deckard guardano questo match dagli spalti. Becky ha gli occhi quasi indemoniati, le mani sul guardrail, mentre Temperance sembra annoiata o infastidita dagli atteggiamenti della sorella.

    BD: Ovviamente! Lisa è forte, è agile, è abile! Perché non dovrei tenere per lei?

    TMP: Mah.

    Temperance si mette le mani sotto il mento.

    TMP: L'altra è carina.

    La Araki è ancora una volta al corner, e cerca di difendersi con le unghie e con i denti ma la Aesthetic One sembra avere la meglio nello striking! UPPERCUT CHE BUCA LA DIFESA DELLA LEADER DELL'ARAKI-GUN! Lisa barcolla in avanti, e la hongkonghese sale sulla seconda corda per mettere la propria firma!




    ONE MILLION SUNS! NOOOOO! RIBALTATA! LEGACY! LISA STROZZA LA SUA EX COMPAGNA DI STABLE! La Wong cerca in ogni modo di non perdere i sensi e allunga le mani per dimostrare di non voler cedere, ma la coscienza inizia a scivolarle via dalle dita come sabbia... FINO A QUANDO NON BATTE LA MANO IN SEGNO DI RESA! E' FINITA!

    ANN: La vincitrice del match... e NUOVA GJWS Moonlight Champion.... LISAAAAAAAAAAAA ARAAAAAAAAAAAAAAKIIIIIIIIIIIIIIII!


    Fischi da parte del pubblico, mentre la leader dell'Araki-Gun alza le braccia al cielo con la lingua di fuori. L'intervento di Capitan Canada è stato fondamentale per la vittoria, ma Krystal si è battuta con onore e si è guadagnata gli applausi del pubblico e viene riaccompagnata nel backstage. La cintura viene consegnata all'italogiapponese direttamente da Megumi Shibata, vestita elegante per l'occasione.

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    --------------------------------------



    Nei corridoi della KBS Hall di Kyoto, Krystal è seduta per terra, circondata dalle sue compagne di stable. Le Sagittarius oggi hanno perso, ma sono unite più che mai. La hongkonghese è in lacrime, mentre le altre ragazze cercano di confortarla. Improvvisamente però, tutte si fanno da parte come vedono la Owner della GJWS in persona farsi avanti. Megumi Shibata è davanti a loro, con una cartellina in mano.

    MS: Krystal. Hai un minuto?

    La Wong si rimette sulle sue gambe, tirando su col naso.

    KW: Certo.

    MS: Gran bel match. Mi sono divertita.

    KW: Ma ho perso...

    MS: Anche io, un sacco di volte ultimamente. Fa parte del gioco immagino, e fa parte del gioco starci male. Vuol dire che ci credevi davvero.

    Le due entrano in uno stanzino adibito ad ufficio. La Cecchina si mette da un lato della scrivania, la Aesthetic One da quello opposto.

    KW: Mi dica.

    MS: Forse sono un po' frettolosa, ma tengo a concederti tutto il tempo disponibile per rifletterci. Partiamo dalla mia opinione personale.

    Unisce le punte delle dita.

    MS: Credo tu possa puntare più in alto della GJWS. E lo dico da lottatrice e da appassionata, prima che da proprietaria della GJWS stessa. Sei cresciuta esponenzialmente.

    KW: Io... non so cosa dire. Grazie, credo.

    MS: Di niente. Per questo, per la tua crescita personale, credo che sia giusto che la tua esperienza in GJWS finisca qui.

    KW: Ma come? Non ho nemmeno avuto modo di salutare il pubblico...

    MS: Avrai quel momento, non ti preoccupare. Ma ti comunico che da ora in avanti non sei più sotto contratto con la GJWS.

    Lo sguardo della Wong si abbassa. Fatica a trattenere le lacrime. La stanchezza ed il fiato che manca le impediscono di restare composta. Allo stesso tempo però, la Shibata resta glaciale. Apre la cartella che portava con se.

    MS: Questo non vuol dire tu non continuerai ad allenarti con noi ed essere la benvenuta al nostro Dojo. Resti una rappresentante del Project S in tutto e per tutto, qualunque cosa tu decida di fare. Ovviamente se intendi ritirarti questo è un altro discorso, ma non penso sia nelle tue intenzioni. Soprattutto...

    Krystal alza lo sguardo. Ora sulla scrivania ci sono diversi plichi di fogli. Sono simili, ma in ognuno di essi cambia il logo. Sono federazioni. Federazioni grosse, di cui Krystal ha sentito almeno una volta il nome di qua e di la. TWC, WTF, THEA, GWF... Sono parecchie sigle.

    MS: ...viste le offerte che sono arrivate per te. Ho letto i contratti in quanto tua manager, e bene o male salvo alcuni dettagli dovrebbero andare bene. Hai attirato l'attenzione in America.

    Le lacrime della hongkonghese sembrano fermarsi.

    MS: Sei libera di scegliere il tuo destino. Noi ci saremo per supportarti qualuque sia la tua scelta. Sono comunque la tua manager.

    La Wong è quasi disorientata da tutti i fogli e le parole che si ritrova davanti.

    MS: Prenditi il tempo che ti serve. Ora vai a farti una doccia e a riposare. Ne hai bisogno.

    KW: Io...

    Si alza di scatto. Fa un inchino, piegandosi quasi fino a toccare la scrivania con la fronte.

    KW: Grazie per l'opportunità che mi ha concesso.

    MS: Te la sei guadagnata dal primo giorno. E sono certa ci incontreremo di nuovo.

    Anche Megumi si alza ora, cogliendo vagamente alla sprovvista la hongkonghese, che resta ancora più stupita quando si ritrova avvolta nell'abbraccio della sua istruttrice. Dopo qualche istante, la rossa aiuta la sua allieva a raccogliere i contratti, aprendole poi la porta per farla uscire dall'ufficio.



    You unlocked

    TRUE ENDING



    Krystal sparisce dietro l'angolo, mentre la giapponese sorride. Un rumore di passi però attira la sua attenzione.

    MS: Oh, eccovi. Accomodatevi.

    Becky e Temperance Deckard fanno la loro comparsa. Le due si sistemano su un divanetto li presente.

    BD: Spero di non aver interrotto nulla di importante.

    TMP: Io vorrei sapere perché siamo qui.

    MS: No no, siete arrivate giusto in orario.

    Sorride alla più giovane delle due.

    MS: Volevo fare una chiacchierata. Un po' di lavoro, un po' di piacere. In questi giorni sono stata abbastanza impegnata, tra l'organizzazione dello show e del capodanno. Nulla di inusuale per me, ma credo aiuti a capire perché all'esterno dell'ambito lavorativo non ho molte amicizie. Dunque!

    Punta il dito verso la RebEl.

    MS: Lisa Araki contro Becky Deckard. Quando lo facciamo? Primavera?

    Becky ci pensa su.

    BD: Vorrei dire di poter essere stata colta di sorpresa, cara Megumi, ma immaginavo che avremmo parlato di quello, cara. Dunque.

    Si picchetta il Rolex che porta al polso.

    BD: Stimo molto Lisa. Vorrei evitare di affrontare qualcuno che stimo senza niente in palio. Potremo trovare un'arena adatta alla circostanza e un premio adeguato per la vincitrice?

    Sorriso della nipponica.

    MS: Se Lisa sarà abbastanza brava, difenderà il titolo contro di te. Altrimenti una valigetta con un premio segreto a mia scelta non sarebbe una cattiva idea.

    BD: Mi sta bene.

    TMP: Pensavo che avresti trattato di più, contando come sei diventata venale...

    Becky lancia un'occhiata a Temperance.

    BD: Non ora.

    Temperance si striacchia.

    TMP: Comunque è stato un bel match. Dillo alla ragazza carina. Lisa scommetto che sa già cosa penso.

    Megumi si volta verso la minore delle due sorelle.

    MS: Temperance. Mi ha sempre incuriosito questo nome, sai da cosa deriva?

    TMP: A mia madre piace Dante. La Temperanza è una delle virtù cardinali elencate nel Purgatorio, e suonava bene.

    Becky strizza la guancia sinistra della sorella con le dita.

    BD: "La virtù della pratica della moderazione", su di te poi. È proprio buffo. La temperanza è il collante delle altre tre virtù, Prudezza, Giustizia e Fortezza. Esse non sono veramente complete se non sono accompagnate dalla Temperanza.

    TMP: Un bel nome aulico del cazzo, insomma.

    BD: Temperance! Sei in presenza della figlia del primo ministro giapponese!

    Temperance alza gli occhi al cielo. Becky sospira.

    BD: Perdonala, è fatta così.

    La Queen Bee ride leggermente.

    BD: Il canto era il ventiquattresimo, comunque.

    MS: Figurati, usa il linguaggio che preferisci Temperance. Curiosa la storia del tuo nome, non ci sarei arrivata. Però carina come idea, anche se sono più per tanti nomi brevi.

    Il pensiero va ovviamente a Violet Miriam Akane Shibata.

    MS: Comunque, informerò Krystal dei tuoi complimenti, non ti conosce ma apprezzerà.

    Sorride.

    MS: Vedo che ti sei divertita.

    Tempy annuisce.

    TMP: Il wrestling mi piace! Meno quando una assassina psicopatica prova a farmi del male, ma mi piace!

    Il tono è fin troppo alto.

    MS: Ottimo, ottimo. Diciamo che la gente che vuole farti del male è da mettere in conto, ma ottimo.

    Ora la Queen of Warfare ha un tono più serio.

    MS: E ti piacerebbe farlo?

    Becky si irrigidisce.

    BD: Cosa? No. No. Nononononono-

    MS: Becky. Prima di tutto, è maggiorenne. Seconda cosa, sarebbe allenata nel dojo di John, in America, e se c'è uno che sa come preparare dei wrestler quello è lui.

    Volge lo sguardo nuovamente verso Temperance.

    MS: So da fonti certe che c'è del potenziale. Mi hai parlato di quando sei stata attaccata da Alisa Drake. Se fossi stata allenata, forse avresti potuto controbattere.

    Occhiata alla RebEl, ma è solo un istante.

    MS: Ti piacerebbe provare?

    Temperance ci pensa su. Guarda Becky, che è tesa come una corda di violino. Poi Megumi.

    TMP: Mh.

    Schiocca la lingua contro il palato.

    TMP: Com’è questo John?

    MS: Un orsacchiotto in pensione con la passione per il death metal e gli hardcore match. E mio marito.

    Il sorriso di Megumi si allarga.

    MS: Che ne dici? Puoi fare delle prove. Sono certa che ti sentirai a tuo agio sul ring.

    TMP: Mh.

    Temperance inclina il capo.

    TMP: In fondo, qual è la cosa peggiore che mi può capitare?

    Becky sussulta, mentre la Shibata si alza dalla propria scrivania. Sorride a labbra chiuse, mentre porge la mano alla più giovane della famiglia Deckard. Il suo sguardo è indecifrabile.

    MS: Benvenuta nella Shibata Corporation.

    --------------------------------------

    Cardiff, Galles
    30/12/2021
    21:56


    ???: Cosa CAZZO significa che ti sei preso una commozione cerebrale in un match di bare-knuckle?!

    Una voce furiosa rimbomba per il backstage della Motorpoint Arena di Cardiff.

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    John C. Lowhope cammina nervosamente per lo spogliatoio di Ben Meyer.

    cn9IPHk



    JCL: Hai idea di CHE CAZZO SIGNIFICA una commozione cerebrale? E PERCHE' NON HAI DETTO NULLA A NESSUNO?!

    BM: Ma che cazzo vuoi...

    JCL: Che cazzo voglio? CHE CAZZO VOGLIO?

    L'ex GWF è furioso.

    JCL: MI CI SONO GIOCATO LA CARRIERA PER UNA COSA SIMILE! COGLIONE!

    Si passa una mano tra i capelli.

    JCL: Senza parlare dei soldi e della reputazione del Dojo.

    BM: Non vi è mai fregato un cazzo di me.

    JCL: Come prego?

    BM: Non vi è mai fregato un cazzo di me.

    Lowhope si ferma. Fa un lunghissimo respiro.

    BM: Siete stati sempre appresso agli altri. Krystal è la cocca di tua moglie. Kotaro ha lottato in un match in Pay-Per-View in TWC. Io sono ancora bloccato nelle indies quando dovrei avere un contratto con una major. Sono il miglior prospetto d'Europa ma a voi non ve ne frega un cazzo.

    L'americano naturalizzato giapponese si siede sulla panchina.

    JCL: Sai chi dovresti affrontare oggi, no?

    Cenno con la testa del tedesco.

    JCL: Lui è uno che nelle major ci è stato. Come me. Ha una lunghissima carriera, si è preso molto meno di quello che avrebbe meritato ma nonostante tutto ha un'umiltà e un fegato che gran parte dei lottatori attualmente sotto contratto nelle grandi federazioni si sogna. Ha avuto il coraggio di far scadere il proprio contratto da MILIONI di dollari ed è tornato a lottare nelle arene più piccole. Questo è amore per il wrestling e tu non ne stai dimostrando.

    BM: Come voi non avete dimostrato interesse per me ma solo per gli altri.

    JCL: Vuoi parlare di Krystal e Kotaro? Forse non hai notato che Krystal si è spaccata il culo per tutto l'anno in una federazione dove lottava una volta ogni quattro giorni e si è guadagnata il suo posto sputando sangue. Kotaro invece ha più esperienza di tutti e due, e ha sudato sette camicie per poter lavorare in una federazione a migliaia di chilometri da casa, e per settimane non è stato bene.

    Lo sguardo è truce.

    JCL: Ti abbiamo permesso di lottare restando vicino alla tua famiglia proprio perchè sei il più giovane. Avrei dato un braccio per essere nella tua posizione, a 18 anni. Ma voglio chiederti un'altra cosa.

    BM: Mh.

    JCL: Dimmi che ore sono.

    Meyer alza lo sguardo, cercando un orologio sulla parete.

    BM: Sono le 10 in punto.

    JCL: Per me sono le sette del mattino a Kyoto. E' il 31 dicembre e io so già che non passerò il capodanno con mia moglie e mia figlia perchè volevo essere al tuo fianco per questo incontro. Ma forse questo non ti sembra abbastanza.

    Il tedesco ora ha un'espressione vagamente sorpresa. Lowhope apre la porta dello spogliatoio.

    BM: Aspetta, dove vai? Il mio match è tra poco.

    JCL: Da Martin Miles e dal producer dello show. Vado a scusarmi e a comunicare le modifiche da fare al match.

    BM: Che modifiche?

    JCL: Il match durerà il meno possibile. Ti butti a terra alla prima occasione e ti fai schienare. Meno dura, meglio è.

    Meyer resta a bocca aperta.

    BM: Ma-

    JCL: Ah, dimenticavo. Sei licenziato dal Project S per condotta irresponsabile. Sul ring ci torni da solo e a casa ci torni da solo.

    BM: Ma...

    La porta si chiude. Mentre JCL si allontana, il pianto pieno di frustrazione di un ragazzino troppo cresciuto inizia a farsi sentire.




    You unlocked

    BAD ENDING



    --------------------------------------

    Kyoto, Giappone
    31/12/2021
    07:01


    Noah Benson corre.



    Corre, come un dannato. Ha perso, ma non fa niente. Si perde. Si perde. Si sente più forte. Questo è quello che conta. Ha imparato come non perdere la prossima volta, ma è anche verso che non si smette mai di imparare, vero? Cos'è che gli manca? Cos'è che Edward Shepard non è riuscito a dargli? Cosa? Dove si trova quella scintilla che gli serve? Il freddo gli taglia la faccia ed ogni goccia di sudore sembra aprire una leggera ferita. Ma quanto è grande questo giardino? E' un parco immenso, ci si potrebbe correre per ore per esplorare tutti i percorsi. L'unico suono che riesce a sentire sono i suoi stessi passi. O meglio, così gli sembra. In lontananza percepisce una presenza. Si muove ritmicamente, ma non come lui. Si avvicina, incuriosito. E' mattino presto, c'è quasi una temperatura da neve. Chi può esserc-



    Un ragazzo scalzo, in pantaloncini ed a petto nudo esegue un backflip, dandosi ulteriore slancio sfruttando un albero. Lo esegue una, due, tre, cinque volte di fila senza alcuno sforzo, prima di fermare la sua corsa ed eseguire una falciata con la gamba destra.



    Un Corkscrew Backflip, ed un altro, ed un altro ancora. E' un loop ipnotico quello che sta eseguendo Kenta Shibata. Un loop che si spezza quando il nipponico nota di essere osservato.

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    KS: Oi. Benson.

    NB: Shibata.

    Noah sospira.

    NB: Bell'allenamento. Salutare.

    KS: Non mi chiamano Kamikaze a caso. Tu pensa che un tempo facevo i Coast-to-coast di testa.

    Si batte la fronte con la mano, ridacchiando.

    KS: Alcuni mi dicono che sono matto. Io mi diverto.

    Guarda l'albero.

    KS: La prima volta che ho eseguito un backflip avevo 8 anni. Da quel giorni, credo di aver mai passato più di 24 ore senza eseguirne uno, se non per via di infortuni.

    NB: Non fatico a immaginarlo.

    Noah scuote il capo.

    NB: E questa roba ti aiuta?

    Kenta annuisce.

    KS: Si, sono convinto di si.

    Incrocia le braccia.

    KS: Da quando ho iniziato, lentamente, ho smesso di avere paura di un mucchio di cose dal punto di vista fisico. Se c'è qualcosa che mi fa paura, la provo. Fino a quando la paura non mi passa. Aiuta molto a prendere decisioni drastiche.

    Un brivido passa lungo la schiena di Noah. Il ricordo della Spanish Fly sull'apron è ancora fresco, ma Kenta ne parla come se fosse la cosa più normale del mondo.

    KS: Tu hai paura, quando c'è da salire sul ring? Io un sacco. Non sai mai cosa potrebbe succedere, ma ci salgo comunque. Più il mio avversario è forte, più ho paura. Ma allo stesso tempo più mi diverto.

    NB: La paura non è una cosa che voglio o mi piace prendere in considerazione.

    Sospira, lo Spotlight Man.

    NB: Io voglio salire nel ring. Solo questo. A me piace lottare, Shibata. Averne paura sarebbe ridicolo, per me.

    Spallucce del giapponese.

    KS: Caaaapisco. Cioè, non tanto. Però un pochino si.

    Saltella sul posto.

    KS: Ti va un po' di sparring? Niente scarpe, niente maglietta, niente colpi esagerati. Vederti fare il muso così mi fa tristezza e vorrei comprendere meglio.

    NB: … Facendo a botte.

    Noah alza un sopracciglio. Kenta annuisce.

    KS: Credo che uno scontro amichevole possa aiutare. Se ci sono motivi dietro per cui lottare ti puoi nascondere, ma è quando non c'è nulla dietro cui farlo che esprimiamo noi stessi.

    Alza la guardia, col sorriso.

    KS: Eddai!

    Silenzio. Un lungo sospiro.

    NB: Voi giapponesi siete pazzi.

    Noah porta la gamba destra indietro. Mettendosi in posa così accetta l’invito di Kenta. Annuisce.

    NB: Showtime.

    --------------------------------------

    Osaka, Giappone
    31/12/2021
    18:31


    Osaka Prefectural Gymnasium! Per l'ultimo dell'anno la OTP ha deciso di organizzare uno show di fine anno che sa tanto di party. Le decorazioni sono brillanti, l'atmosfera allegra. Sugli spalti ci sono alcuni volti familiari.

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    KW: Ve l'avevo detto che la OTP era una figata! Un po' strana ma figa.

    KS: Io lo sapevo già, era il musone qui presente a non esserne convinto.

    TMP: Gielo dico sempre che dovrebbe essere meno spigoloso e rompere meno le palle.

    NB: Pft.

    La hongkonghese si agita.

    KW: Oh! Sta per arrivare!

    Il pubblico si alza di colpo tutto in piedi al sentire dei primi accenni di batteria!



    THEME OF LAURA

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    KOTARO NAKAJIMA! CHE POP DALLA FOLLA! Il nipponico esce da una coltre di fumo, puntando il dito contro la folla assumendo una posa esageratamente drammatica! La rampa è breve, ma il Leone d'Argento ci mette diversi secondi per raggiungere il ring per poter firmare autografi ai fan nelle prime file, prima di salire sull'apron e allargare le braccia! Una nuvola di festoni piove sopra di lui, che resta immobile come una statua prima di togliersi gli occhiali da sole e guardare verso lo stage dove attende il suo avversario di stasera....



    PANDORA'S BOX



    E risuona una musica che fa esplodere il palazzetto in un boato di cori e applausi!

    Tanraku-tekina sono SUTAIRU ga
    Jitsuwa wakaranai yo mou wakaranai yo
    Bouryoku-tekina shudan de kaiketsu sa
    Mohaya tomarenai yo mou tomarenai yo



    Il pubblico batte le mani al ritmo, mentre i fari dello stage sono tutti puntate sulle tendine!

    KW: Chi è il suo avversario di stasera?

    TMP: Sembra un fan favourite.

    Kenta sogghigna. Ed ecco che le tendine si aprono!

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    NB: AAAAAAAAAAAAAAA-

    Temperance tappa la bocca a Noah con una mano. RANDY WHITE! RANDY WHITE È L'AVVERSARIO DI KOTARO NAKAJIMA! Il Joker della OTP è qui in tutto il suo splendore, e cammina tra il pubblico, accorgendosi di Temperance. Si avvicina a lei, che batte le mani contenta, e si guardano. Randy si mette in posa.

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    E GENERA UNA FIAMMELLA, FACENDO APPARIRE UNA ROSA, CHE LANCIA A TEMPERANCE! Questa la prende con precisione perfetta! Randy fa un inchino e poi un occhiolino, mentre Noah rimane ancora con la bocca completamente spalancata. I due contendenti si trovano ora sul ring, e Randy si spoglia del costume.

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    Dunque Kotaro e Randy, scrutandosi, si avvicinano. L'arbitro si avvicina tra i due, microfono in mano.

    REF: Signori, questo è il match per la semifinale del torneo di Janken. Il primo a vincere una partita potrà lottare senza squalifiche. Niente manovre strane o trucchetti. Ricordatevi che c'è la VAR. Buona fortuna.

    Staredown tra White e Nakajima. Entrambi sono carichissimi.

    RW & KN: JAN-KEN-PON!

    --------------------------------------

    Kyoto, Giappone
    31/12/2021
    23:31


    NB: Sei una merda.

    RW: Specchio riflesso!

    NB: Che razza di risposta è?

    RW: Una che ti fa arrabbiare!

    E' sera tardi, e per le strade di Kyoto il gruppo di ragazzi si è finalmente riunito davanti alla stazione dei treni della ex capitale nipponica. L'efficienza del sistema ferroviario giapponese è proverbiale anche l'ultimo dell'anno. Come Randy ha potuto raggiungere il quartetto, Noah ne ha subito preso possesso. Potrebbe scoppiargli una bomba accanto ma non gli importerebbe, e questo è palese anche dalle espressioni degli altri.

    TMP: Ha ritrovato il suo fidanzato. Che miracolo di fine anno.

    KS: Guarda che carini che sono, dai.

    KW: Shiiiiiip!

    Tutti i presenti indossano un kimono per l'occasione, ognuno di un colore diverso, probabilmente procurati direttamente dalla Tenuta Shibata.

    KS: Fa strano.

    TMP: Cosa?

    KS: Vedere Noah così. Con me era tutto serioso, anche quando l'ho incontrato stamattina. Rigidissimo.

    KW: Eheh. Rigido.

    KS: Il vino fa uno strano effetto anche a te.

    KW: Tu invece sei ancora sobrio. Noiosone.

    KS: Fidati, non vuoi vedermi ubriaco.

    KW: Perchè mai? Che fai?

    KS: Tu fidati. L'ultima volta mi sono sparato dei petardi sul petto e poi mi sono tuffato in piscina dal secondo piano.

    KW & TMP: SEEEEEEEEEEEEH.

    KS: Ma è vero! Chiedi a Megumi!

    Randy passa davanti a loro a tutta velocità!

    RW: CREDETGLI, CHE KENTA SHIBATA L'È PAZZO, L'È!

    E Noah lo segue in corsa!

    NB: FATTI PRENDERE!

    RW: Ma che colpe ho io!?

    NB: CHE TI SEI RITIRATO A FARE, EH!?

    RW: Saran fatti miei!

    NB: QUESTO SAREBBE PIÙ DIVERTENTE DELLA TWC EH!?

    RW: Eccome se lo èeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

    I due continuano a inseguirsi in tondo. Temperance scuote il capo.

    TMP: Che banda di matti che siamo.

    KW: Oh ma che ore sono?

    Sia Kenta che Temperance guardano il telefono.

    TMP: Mancano una decina di minuti alla mezzanotte.

    KS: Andiamo. Vi porto in un posto dove si vedono bene i fuochi d'artificio.

    KW: Privilegi da figlio del presidente del Giappone?

    KS: Nah. Non c'è bisogno se la tua famiglia possiede già dei grattacieli.

    --------------------------------------



    Osaka, Giappone
    31/12/2021
    23:55


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    Kotaro Nakajima e Amélie sono sul tetto dell'Osaka Prefectural Gymnasium. Sono avvolti in una coperta visto il freddo, e per terra poco più in là ci sono resti di cibo d'asporto. Più vicini a loro, alcune birre ed una bottiglia di spumante ancora chiusa. La ragazza ha la testa appoggiata alla spalla del Leone d'Argento, e si stringe nella trapunta.

    KN: Ci pensi mai?

    AM: A cosa, mon petit artiste?~

    KN: Tutto. Quest'anno è stato... incredibile.

    AM: Certo che si. Ho trovato te.~

    Sfrega leggermente la testa contro il collo del ragazzo.

    AM: Ho avuto paura di perderti.

    KN: Anche io. Ho avuto l'occasione per lottare in America. Sono contento, ma... non mi basta.

    Sguardo interrogativo della ragazza.

    KN: Volevo qualcosa di più. Volevo lottare a modo mio ed essere felice. Ed è una cosa che non posso essere restando in tour per il mondo a lungo. Lotterò ancora in TWC, ma mai a lungo. Voglio restare qui con te.

    AM: Petit artiste.

    KN: Dimmi.

    AM: Alla fine hai imparato a mantenere la kayfabe. Sei stato così convincente che il capo ci ha permesso di stare qui.~

    KN: Non c'è niente di meglio di interpretare se stessi.

    Da sotto la coperta Kotaro tira fuori il polso sinistro. Countdown per la mezzanotte.

    Dieci.
    Nove.
    Otto.
    Sette.
    Sei.



    AM: Petit artiste.

    Cinque.
    Quattro.



    KN: Oui madame?

    Tre.
    Due.
    Uno.



    Osaka, Giappone
    01/01/2022
    00:00






    You unlocked

    GOOD ENDING




    --------------------------------------



    Kyoto, Giappone
    01/01/2022
    00:06


    09uPCKP



    Vincent Cross e Xander Deckard sono seduti su una terrazza della Tenuta Shibata. Lo spettacolo pirotecnico offerto alla città di Kyoto dalla First Family giapponese è incredibile, e va avanti da minuti e minuti. I due osservano in silenzio i fuochi, bevendo birra direttamente dalla bottiglia. Modo inusuale per festeggiare. Il leggero scorrere di una porta attira le attenzioni dei due.

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    Megumi Shibata. Ha due birre per mano, e posa quelle che ha nella mano destra sul tavolo dove si trovano il Biker e il Predator, che le afferrano per fare un brindisi. Le altre due le tiene per se, portandone una alla bocca mentre si appoggia al parapetto.



    E si apre una bottiglia con il canino. Xander alza un sopracciglio.

    XD: Parliamo tanto di tuo fratello, ma anche tu sei strana forte.

    MS: Ed ecco perchè ho sposato John e non te.

    Cade il silenzio dopo quest'ultima battuta. I fuochi continuano fino a quando non diventano sempre più rarefatti. Cross allunga la bottiglia che ha in mano verso la giapponese per attirare la sua attenzione. I due si guardano. Cross arriccia le labbra.

    VC: Non è che adesso ci baciamo, o qualcosa del genere?

    MS: Sono sposata. L'ho detto tipo cinque secondi fa.

    Cross tira un sospiro di sollievo.

    VC: Oh beh, grazie al cielo.

    XD: E con me presente sarebbe stato anche disdicevole.

    MS: Se non state zitti faccio esplodere il sole.

    Cin cin.

    --------------------------------------

    Radio City Music Hall
    New York City, New York


    E ora, il gran finale.



    You know I've been hurt before
    But you didn't really care
    Had enough of empty words
    I'm not here to stay




    I cannot do with you anymore
    Once again you've crossed the line
    And you're underestimating me again




    I forgive the ones who hurt me
    But I'll not forget your name
    All the damage that you've done
    I want to see you pay






    Cause I will forgive the ones who hurt me
    But I'll not forget your name
    You will pay for all that you've done




    When I put my trust in you
    You just threw it all away
    All the pain you've put me through
    You're not here to stay




    And you're underestimating me again
    You get what you've been giving




    Let it rain, let it rain, let it rain into my heart
    I'll wash away the stains that you left behind
    Let it rain, let it rain, let it rain into my heart
    To my heart, to my heart, to my heart




    I forgive the ones who hurt me
    But I'll not forget your name
    All the damage that you've done
    I want to see you pay




    'Cause I will forgive the ones who hurt me



    But I'll not forget your name



    You will pay for all that you've done



    Il pubblico è caldissimo.



    Gli applausi sono scroscianti.



    La folla è felice.



    Persino Sheamus sale sul palco a festeggiare.



    Nel seminterrato, Adam Comstock sospira.

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    Si volta verso l'angolo scuro del backstage, dove si trova il loro "nuovo ospite". E non gli piace, quel nuovo ospite.



    Non gli piace per niente.

    You unlocked

    TO BE CONTINUED

     
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    20/12/21 – JR Tokyo General Hospital

    AH: Mamma.

    MHhDqhe



    Ayumi si passa una mano sui capelli. Se ne sta in piedi, accanto al letto. La stanza è silenziosa, se non per il ronzio dei macchinari.

    AH: Mamma.

    La donna, stesa di fianco dando la schiena alla figlia, si volta lentamente. Accenna un sorriso.

    CH: Yumi. Sei venuta.

    AH: Certo che sono venuta.

    La figlia sorride dolcelmente. Prende una sedia, e la avvicina al letto, per poi mettercisi sopra.

    CH: Dov'è Hibiki?

    AH: Arriva anche lei.

    Chyo Haibara annuisce lentamente.

    CH: Mi dispiace.

    AH: Di cosa?

    CH: Di questo.

    Momento di silenzio.

    CH: Sto morendo, Yumi.

    Il sorriso dal volto della giovane scompare lentamente.

    AH: Lo so.

    CH: Ma sono contenta che tu ci sia.

    La madre tossisce con violenza.

    CH: Scusami.

    AH: Non scusarti.

    Ayumi piega leggermente il capo di lato.

    AH: Non è colpa tua se sei malata.

    CH: Opinionabile, Yumi cara. Si raccoglie ciò che si semina, in questa vita.

    La più anziana delle Haibara sospira.

    CH: E l'unica cosa buona che ho seminato siete te e Hibiki.

    AH: Non dire così, mamma.

    CH: Che altro c'è da dire?

    Altra tosse.

    CH: Una fine imbarazzante.

    AH: Non c'è niente di imbarazzante.

    Ayumi allunga la mano, e la poggia dolcemente sopra quella della madre. Si protrae un lungo momento di silenzio.

    AH: Sai, non ho mai davvero dato la colpa a te. Per quello che è successo fra me e mio padre.

    Chiyo rimane in silenzio.

    AH: Certo, non capivo perché tu gli dessi così tanto ascolto... perché gli permettessi di essere così prominente sulle nostre vite. Ma non eri tu a prendere le decisioni.

    La madre fa una risatina amara.

    CH: Perché sono una donna debole, Ayumi. E tu invece sei una donna forte.

    Le labbra della figlia tremano.

    AH: Volevo solo che tu mi vedessi.

    CH: Non ho mai smesso di farlo. Nemmeno quando sei entrata nella Yakuza.

    Ayumi alza le sopracciglia.

    AH: Cosa... tu sapevi?

    Chiyo ridacchia di nuovo.

    CH: Qualche anno fa, un gruppetto di tizi dall'aria poco raccomandabile ha iniziato a girare intorno alla casa, tutti i giorni. Come se ci facessero da guardia. Poi, a un tratto, sono cambiati. C'era sempre qualcuno a farci la guardia, ma con aria più discreta e più pulita. E sono cambiati non troppo prima che tu mi presentassi Gregory Montoia.

    Ayumi abbassa leggermente il capo.

    AH: Ho fatto cose di cui non vado fiera.

    CH: Lo so. Hai sbagliato. Ma almeno è stata una tua decisione. Così come lo è stata rimediare a quell'errore.

    Chiyo alza lo sguardo sulla figlia.

    CH: Non hai bisogno che sia io a dirti che hai fatto bene, Yumi. Non sono mai riuscita ad essere importante per te nel modo in cui volevo. E ora...

    L'anziana madre abbassa di nuovo lo sguardo.

    CH: … tempo scaduto, pare.

    Ayumi sospira... poi forza un sorriso.

    AH: Ancora un po' ce n'è, no? Sfruttiamolo.

    La lottatrice si lascia sfuggire una lacrima.

    AH: Ti perdono, mamma.

    Chiyo sorride, e stringe forte la mano della figlia.

    CH: Ti vedo, Ayumi.



    03/01/22 – Cimitero di Zoshigaya, Tokyo

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    Ayumi Haibara, vestita con un abito nero che contrasta fortemente con i suoi capelli colorati, sta in piedi davanti a due lapidi vicine. Affianco a lei, c'è Hibiki Haibara. La sorella minore indossa giacca e cravatta, anche lei in nero, e tiene le mani dietro la schiena, piangendo in silenzio. Il cielo è grigiastro, ma non piove. Dietro alle due ragazze, c'è una piccola folla di persone. Ayumi poggia una mano sulla spalla della sorella, e le due si guardano. La più grande fa un piccolo cenno del capo, e Hibiki annuisce di risposta.

    CHIYO HAIBARA & HISAO HAIBARA
    “I miei pensieri ti seguiranno nei tuoi sogni.”



    Una dopo l'altra, le persone intorno alle due ragazze si avvicinano. Lasciano dei fiori, accennano qualcosa ad Ayumi e Hibiki. Una figura si avvicina alla maggiore delle due sorelle, catturandone l'attenzione.

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    Kenta Shibata. Il giapponese ha un'espressione seria. Indossa un completo nero, con una camicia bianca. Somiglia in maniera terribile alla sorella. Fa un leggero inchino, con le braccia distese lungo il corpo.

    KS: Condoglianze.

    Il tono di voce è molto meno squillante del solito. Rimette la schiena dritta. Ayumi fa un piccolo sorriso.

    AH: Grazie per essere venuto, Ken.

    KS: È il minimo, davvero.

    Si rivolge verso la minore delle Haibara.

    KS: Tu devi essere...

    HH: Haibara Hibiki.

    La giovane non distoglie lo sguardo da davanti a sé, sulle lapidi. Altro leggero inchino del Kamikaze.

    KS: Condoglianze.

    Hibiki continua a rivolgere lo sguardo altrove, mentre Shibata mette la mano in una tasca, porgendo una lettera alla Watchmen.

    KS: Da parte di Megumi.

    Un biglietto di condoglianze. La carta usata sembra pregiata, ed è firmato a mano. Ayumi sospira e annuisce, prendendo il biglietto.

    AH: Grazie. Io...

    KS: Non serve. Tranquilla.

    Ayumi annuisce. Il nativo di Kyoto mette mano all'altra tasca, tirando fuori un koden-bukuro, una lettera per le offerte tipica della tradizione buddista. La lottatrice fa un cenno a Hibiki, che si avvicina e fa un piccolo sorriso educato.

    HH: Ti ringraziamo.

    L'offerta passa di mano. Altro inchino di Kenta.

    KS: Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi. Farò il possibile.

    Detto ciò, il ragazzo se ne va. Pian piano, rimangono solo le due sorelle.

    AH: Mi dispiace di non esserci stata così a lungo, Hibbi.

    La sorella più piccola tira in su con il, naso, e si passa il palmo della mano sinistra sulle guance, asciugandosele.

    HH: Ci sei stata in questo periodo. Va bene così.

    AH: Sicura?

    HH: … Sicura.

    AH: Hibiki, vorrei parlare per bene con te, a casa.

    La più giovane annuisce.

    HH: Con calma.

    AH: Certo.

    HH: Ho bisogno di stare un po' tranquilla.

    AH: Lo so.

    Momento di silenzio.

    HH: Andiamo?

    AH: Vai avanti. Ti raggiungo subito.

    Hibiki annuisce, e si incammina verso l'uscita del cimitero, lasciamo la sorella maggiore da sola. Ayumi si piega sulle ginocchia davanti alla lapide per qualche secondo, e tocca la foto della madre. Chiude gli occhi, poi si rialza, facendo un lungo sospiro.

    ???: Le mie più sincere condoglianze.

    La Haibara si volta di scatto.

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    Una donna, alta quasi quanto lei, si avvicina alla lapide a sua volta. Ha i capelli neri con i riflessi rossi, i tratti dolci. La carnagione pallida, in contrasto con un rossetto rosso che le tinge le labbra, piegate in un sorriso composto ed educato. Indossa un completo elegante nero, e porta un ombrello parasole nero, dai ricami eleganti rossi. Tuttavia, l'elemento sicuramente più bizzarro dell'aspetto della donna è una benda che le copre l'occhio destro. Ayumi la osserva per qualche secondo.

    AH: La ringrazio.

    La sconosciuta poggia un mazzo di fiori sulla tomba.

    AH: Conosceva mia madre?

    ???: Di vista, perlopiù.

    La donna si volta verso Ayumi.

    ???: Mi chiamo Shimizu Hiroko. La signora Chiyo mi consigliava sempre delle ottime composizioni floreali.

    AH: Oh. Sapevo che era diventata una sua passione, in questi anni, in effetti.

    La Shimizu annuisce. Ayumi la osserva attentamente.

    AH: Ci siamo già incontrate, per caso?

    HS: Non credo, Ayumi Haibara.

    La lottatrice aggrotta le sopracciglia.

    AH: Strano. Ha qualcosa di familiare.

    Hiroko fa un risolino.

    HS: Curioso. Ma non è questa la domanda giusta da porsi, signora Haibara. Piuttosto.

    Si volta di spalle, e inizia a incamminarsi a sua volta verso l'uscita.

    HS: Si domandi se ci vedremo ancora.

    L'ultima frase viene pronunciata in modo molto più secco, ma la misteriosa donna è già lontana. Ayumi stringe le labbra, osservando Hiroko Shimizu allontanarsi.
     
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    Data: Venerdì 07 Gennaio 2022. Mattina.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna.

    Sono passate oltre due settimane da quando Maca è finita nella cella di isolamento. Che ne è stata di lei? Dove sta? Lo vediamo subito dove sta...

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    A quanto pare, non si sa quando, è uscita dall'isolamento e ora si trova nei pressi della stanza adibita alle visite. E' un po' sciupata per via del poco cibo, anzi forse si è un po' asciugata di fisico, liberandosi della massa grassa eccessiva. Sta palesemente cercando qualcuno, è chiaro che attende una visita. E sorride, beffarda, quando vede qualcuno.

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    MV: Te l'avevo detto che non sarebbe finita tra noi due.

    Si siede ed accavalla le gambe, incrociandole. Poco oltre, una grande vetrata separa l'ospite dall'altra parte e dietro un piccolo tavolo, seduto, c'è un uomo anziano.

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    Virgil Brown, Jr. è lì. Inaspettatamente. Non spaventato, nè intimorito, ma visibilmente a disagio.

    V: Vuoi spiegarmi perchè sono qui?

    MV: Oh, semplice. Ho deciso di trattare il rinnovo e ho posto la condizione che dovevi essere tu il mio interlocutore. Non sei onorato?

    V: Cosa vuoi, Maca?

    MV: Oh, quanta fretta. Non vuoi che ti racconti qualcosa prima di iniziare?

    V: No.

    MV: No, eh?

    Lo ha detto con un tono lieve ma decisamente sarcastico.

    MV: Vorrà dire che aumenterò le mie richieste. Come procediamo? Inizi tu o inizio io?

    V: Inizia tu. Al momento, mi occupo solo di recepire le tue richieste. Poi faranno le loro valutazioni.

    MV: Ok. Partiamo dall'aspetto economico. Non chiedo più soldi. Non mi servono e non mi interessano.

    Virgil, nel frattempo, aveva tirato fuori un quaderno e inizia a scrivere qualcosa. La spagnola è divertita da questo gesto ma non dice nulla e lo lascia fare.

    MV: Richiesta numero uno. Ah, sia chiaro. Alcune non sono richieste perchè non accetto un rifiuto. Per altre cose, ne possiamo discutere. Quindi, condizione numero uno. Mi dovrà essere consentito di girare per tutto l'edificio in piena libertà durante l'orario di lavoro.

    Virgil scrive.

    V: In sostanza, vuoi girare durante gli show con una cavigliera elettronica o un braccialetto elettronico. Per il resto, continuerai a stare in cella come prima, giusto?

    La prigioniera scrolla le spalle.

    MV: Andrò per risse, quindi...

    V: Le guardie?

    MV: Nulla in contrario che rimangano con me. Non sono una che si nasconde, anzi... Basta che non intervengano nelle mie faccende. Altrimenti non garantisco la loro incolumità. Volontaria o non volontaria.

    V: Segnato. Altro?

    MV: Sì. Condizione numero due. Il diritto di portarmi appresso una o più compagne, in base alle esigenze del momento. Ho una prima lista di almeno quattro persone, ma possono cambiare in qualsiasi momento.

    V: Questa condizione sarà parecchio più difficile da soddisfare, te lo dico subito.

    MV: Ma non impossibile. E' una condizione, non una richiesta.

    Virgil scrive qualcosa.

    V: Segnato.

    MV: Condizione numero tre. Avrò bisogno di allenarmi come si deve. C'è un'ala abbandonata, qui in prigione. Si può costruire una palestra e fornire tutte le attrezzature possibili. Mi servirà un ring esattamente identico a quelle che si usano durante gli spettacoli.

    Virgil scrive ancora brevemente.

    V: Non credo che questo sia un grosso problema.

    MV: Meglio così. Non ho altre condizioni, ma ci sono altri dettagli che potremo discutere insieme in un secondo momento dopo l'accettazione delle condizioni iniziali.

    V: Sì, io riporto una nostra condizione. Ed è vincolante.

    MV: Quale?

    B: Niente più armi o oggetti simili.

    Maca non riesce a trattenersi da una risata breve ma intensa.

    MV: E' imbarazzante per voi come riesca a far apparire magicamente oggetti che sfuggono ai controlli, vero?

    Virgil non risponde. Silenzio assenso.

    MV: Ok, nessun problema. Tanto, poi, le armi me le fornite voi, direttamente o indirettamente. Avete chiuso gli occhi molte volte l'anno scorso, lo farete ancora di più quest'anno. Non è anche per questo che mi volete?

    Virgil non è chiaramente contento, ma il suo ragionamento non fa una piega.

    V: C'è altro?

    MV: Non mi chiedi nulla?

    V: Tanto non mi risponderesti.

    Lo indica con il doppio indice. Sorride.

    MV: Vedo che stai imparando a conoscermi meglio. Però so quale domanda mi avresti fatto... "Maca, perchè vuoi tornare?" Non c'è una risposta ben precisa. In effetti, hai quasi ragione. Più che non risponderti, è che non saprei darti una risposta esatta. Ma che importanza ha? Lo vedo che scoppi di gioia.

    V: Non sai quanto.

    MV: Ci rivedremo presto. Molto presto. Sii felice che almeno sai dove abito e puoi venire a trovarmi quando vuoi.

    Virgil chiude il quaderno e lo ripone dentro la borsa.

    MV: A minuti, il mio avvocato vi manderà la bozza del contratto.

    Virgil non risponde e lascia la stanza con un cenno della mano. Maca sembra particolarmente soddisfatta. Si alza pure lei e torna verso la cella.
     
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    Data: Sabato 08 Gennaio 2022. Mattina.
    Posto: Cruz del Sur. Spagna. Cortile.

    E' una bella giornata di sole, ma molto fredda. Nonostante tutto, le prigioniere non rinunciano certo all'ora d'aria e fanno tutto quello che possono. Sport, chiacchierate, fumate, respirare aria a pieni polmoni e così via. Tutto procede senza problemi, anche le guardie sono piuttosto rilassate.

    Un rumore di applausi proviene dalla porta di ingresso del cortile. Troppo forte quel rumore per essere ignorato, così tutti si fermano e si girano verso l'origine del rumore. E' Maca che è apparsa pubblicamente per la prima volta da quando è stata rinchiusa per l'isolamento. Si appoggia su una grata, in un punto preciso dove tutti possono vederla senza problemi da ogni angolo.

    MV: Ragazze mie...

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    MV: Queste due settimane in isolamento sono state particolarmente proficue per me. Anche se stavo lì, avevo occhi e orecchie che lavoravano per me. Senza dirvi nulla, ho voluto mettervi alla prova. Volevo vedere cosa avreste combinato in questi quindici giorni. Non mi aspettavo nulla. Non è successo proprio nulla. Tutto al suo posto, nessun imprevisto. Non mi avete dato pensieri, così ho riflettuto tutto per me.

    La spagnola osserva le compagne. Ha tutta la loro attenzione. Senza farlo apposta, collega mentalmente il paragone di quando gli atleti parlano e intrattengono l'intera Arena. Cosa che ha fatto anche lei, in verità. Le scappa una risatina che le altre non comprendono, ma lei sì.

    MV: Ho fatto tutte le valutazioni del caso e alla fine ho preso la decisione finale.

    Si prende qualche secondo. Osserva, di nuovo, come tutti abbiano la massima attenzione. Deve aver fatto effetto quello che ha combinato in ottica di rafforzare la sua posizione da Boss.

    MV: Torno a lottare in quella fottuta merda di quella federazione.

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    Lo ha detto seriamente, ma presto si scioglie e si lascia andare a una risata. La reazione è veemente. Quasi tutte urlano di gioia e Maca le lascia festeggiare per qualche attimo. Si gira verso le guardie. Nota in loro la nascosta soddisfazione della sua decisione. Torna a rivolgersi alle sue compagne.

    MV: Non ho finito!!!

    Il silenzio torna a regnare relativamente presto. Lo ha urlato per farsi sentire, non con un tono di ordine imperioso.

    MV: Non vi dico e non vi dirò mai tutti i motivi della mia scelta e nessuno di voi me lo dovrà mai chiedere. Chiaro che i vantaggi sono per tutti. Per me...

    Lei guarda a turno tutte.

    MV: Per voi...

    Guarda, infine, le varie guardie.

    MV: Per gli altri.

    Se ne guarda bene dallo specificare, ma è fin troppo chiaro che si riferisse a tutte le categorie di persone che ne traggono vantaggio da questa storia. Le guardie, in primis. Torna a guardare le compagnie.

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    MV: Ieri, su mio gentile invito, è venuto a trovarmi il vecchio per il rinnovo del contratto. Ho posto delle precise condizioni e sono state tutte accettate. Ve le dico perchè siete coinvolte, almeno in parte.

    Breve pausa.

    MV: Solo, e ripeto, solo nell'orario in cui andrà in onda lo spettacolo... io sarò libera di girare per l'intero edificio.

    Partono immediatamente urla di approvazione e soddisfazione. La bionda sorride.

    MV: Fuori orario di lavoro, resterò in cella. Uguale a prima.

    Qui partono cori di disapprovazione e dei buuuuuuu.

    MV: Avrò le guardie sempre a guardare il mio culo, ma almeno non possono più toccarmi quando starò in giro. Sì, questo significa che posso fare veramente come mi pare. Voglio proprio vedere fin dove mi lasceranno libera e se terranno fede alle condizioni contrattuali.

    Qui la reazione non è particolarmente rumorosa, ma comunque positiva.

    MV: Qui arriva il bello, per noi. O il brutto, per loro. Non capiterà sempre, penso che capiterà spesso, ma... Ho ottenuto di farmi... accompagnare da qualcuna di voi all'occorrenza. Non è detto che sia una, possono essere più di una.

    Il silenzio rimane silenzio solo perchè sono tutte completamente sbigottite e spiazzate. Persino le guardie rimangono sorprese. Maca sorride esternamente, ma internamente ride come poche volte in passato.

    MV: Quattro. Quattro persone saranno fisse nella mia lista. Occasionalmente potrò chiedere di far venire qualcun'altra. Qualcuna che abbia delle... abilità o delle specializzazioni specifiche.

    Un modo carino per non dire quali crimini abbiano commesso.

    MV: Dico subito chi sono.

    Maca guarda in fondo, dall'altra parte del cortile dove sta seduta a terra una donna mora, piuttosto disinteressata. Le altre seguono lo sguardo della Boss.

    MV: Zulema. La mente più brillante che io conosca. L'unica in grado di tenermi testa.

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    Zulema non esterna alcuna reazione fisica. Sicuramente ne parleranno in privato. Maca distoglie l'attenzione da Zulema e sposta lo sguardo in direzione verso una donna che lei conosce molto bene.

    MV: Rizos. L'unica che farà di tutto per onorare ogni mia richiesta.

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    La riccia è quasi commossa. Non se l'aspettava davvero. Le viene quasi da piangere. Si trattiene e non dice nulla. Avrà modo di farsi perdonare e ce la metterà tutta. Ora la bionda sposta poco lo sguardo. Era vicina a Rizos.

    MV: Saray. La migliore nelle risse. Dopo di me, si intende.

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    Saray si sistema il colletto e lo tira. Fosse per lei, sarebbe già in volo per attaccare briga con chi ha messo le mani addosso a Maca. Maca sorride a questo pensiero. Ora gira la testa da tutt'altra parte. L'ultima persona fissa.

    MV: Goya. La mia perfetta guardia del corpo.

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    E' rimasta così scioccata dall'essere nominata che le cade il bastoncino dalla bocca. Anche perchè è stata una di quelle che aveva picchiato più forte Maca durante l'attacco di Zulema avvenuto prima che entrasse nel roster. Maca tornare a guardare tutte.

    MV: Avrò bisogno di voi perchè quel posto di merda non è poi così diverso da qui. Pure lì ci sono le bande e da sola non posso affrontarle. Ho pensato a voi perchè voglio far vedere che noi prigioniere siamo migliori di loro, in tutto per tutto. Non siete d'accordo con me???

    Tutte le donne urlano confermando tutta la loro approvazione.

    MV: Non è finita qui. Presto cominceranno i lavori per una nuova palestra completa con tanto di ring identico a quello che usano loro negli spettacoli. L'unica... fregatura è che lo faranno dove... ecco. Ci siamo capiti, no? Vorrà dire che troveremo un altro posto dove farlo.

    Non è difficile indovinare che si trattava dell'area dove spacciavano e facevano cose... private. Una zona dove le guardie se ne stavano alla larga, probabilmente dietro lauti pagamenti.

    MV: Non guardatemi male. Questa palestra non la userò solo io. Sarà a disposizione per tutte. Ma vi avverto... Se manca un solo grammo di attrezzature, io mollo tutto.

    Si ferma a parlare perchè nota un po' di persone che si spostano verso il centro del cortile.

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    La spagnola inizia a ridere di gusto. E vediamo perchè...

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    La riccia ed altre si sono messe a ballare per festeggiare tutte queste belle notizie, soprattutto perchè tutti prevedono di tornare a guadagnare più soldi come prima. Lo fanno con mosse sconce e le guardie sono costrette ad intervenire, senza troppa convinzione. Sanno che è un gesto del momento, ma le regole sono regole. Una cosa è certa...

    Maca e le sue compagne, le prigioniere, avranno di che divertirsi quest'anno.
     
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    Ha nevicato leggermente. Abbastanza perché, entrando dall'entrata vip sul tetto, i passi di loro tre scricchiolino.

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    Jake è alla sua destra, in una giacca grigia e dei jeans, e, per qualche motivo, occhiali da sole da pilota, le mani in tasca, una sciarpa rossa attorno al collo. Keiko saltella alla sua sinistra, in un vestito rosa, una giacca lunga bianca e degli stivali alti neri. Lui ha scelto una giacca lunga antracite, elegante e semplice, e un paio di jeans, per una volta, con una camicia cremisi e un maglioncino panna. Si sente quasi in pigiama, rispetto al solito. Una figura si piazza davanti a loro due, in un giaccone da motociclista, incappucciato e pesante. Sospira. Anche se non vede il volto, se lo aspettava.

    ES: Andate avanti, vi raggiungo.

    Jake gli lancia una occhiata laterale.

    ES: Davvero.

    Annuisce, e si avvia in avanti, passando a fianco alla figura, che non si sposta nemmeno, seguito subito dopo da Keiko.

    ES: Ehi.

    La figura si toglie il cappuccio.

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    Denise Galanti lo guarda storto.

    DG: Pare che il disinfettante non servisse, alla fin fine.

    Edward fa un mezzo sorriso, non particolarmente convinto.

    ES: Mi dispiace averti mentito.

    DG: E basta?

    ES: No, non basta, ma non posso convincerti a parole. Tu non ci crederai, ma sei l’unica persona che si è sforzata davvero di capirmi.

    DG: E che grande ricompensa, come al solito.

    Denise scuote la testa e abbassa lo sguardo, accigliata.

    DG: Di nuovo.

    La ragazza si volta.

    ES: Ma sono qui. Ti ho mentito. Lo so.

    Edward scuote la testa.

    ES: Ho avuto paura di non potermi fidare di te e ti ho mentito. Non ti chiedo di perdonarmi, non ti chiedo neppure di credermi. Ti chiedo di comprendermi. Avrei voluto dirti tutto. Davvero. Ma non sono riuscito a fidarmi di qualcuno che avevo visto così poche volte.

    Il wrestler si passa una mano nei capelli.

    ES: Questo sono io. Non ho modo di provartelo. Non ho modo di convincerti. Ma tutto quello che ti ho detto, lo credo davvero. Davvero credo di comprendere la tua malinconia. Davvero apprezzo la tua compagnia. E probabilmente ho rovinato tutto, e me ne dispiaccio. Non ho avuto nemmeno il coraggio di scriverti. Non è mai stata mia intenzione ferirti. È l’ultima cosa che vorrei.

    Denise alza il capo, senza voltarsi e scuote la testa, stringendo le labbra.

    DG: Non è così semplice.

    Edward fa qualche passo in avanti, avvicinandosi a Denise, fermandosi ad un metro.

    ES: Lo so. Posso prenderti per mano?

    L'italiana si volta di nuovo verso Bishop.

    DG: Davvero mi stai chiedendo una cosa del genere?

    ES: Devo fare una promessa, ma non voglio invadere il tuo spazio.

    DG: Come dovrei crederci?

    ES: Non ti chiedo di crederci, ma di controllare che io non la rompa.

    La voce di Denise trema. Osserva Edward, con occhi lucidi.

    DG: Non voglio fare questa cosa di nuovo!

    ES: Nemmeno io.

    Edward guarda Denise.

    ES: Non voglio ferirti. E se non fossi venuta tu a cercarmi, non ti avrei mai disturbata. Ma sei venuta a cercarmi. Per cui voglio chiederti una possibilità. Perché, nonostante tutto, mi trovo a tenerci a te. Non ti ferirò mai più. Te lo prometto. Che tu decida di parlarmi di nuovo oppure no. Tu sei stata devota a qualcuno che non ti capiva, ed io ti prometto la stessa devozione. Non te lo sto chiedendo da capo di una stable. Non voglio parlare di TWC, con te. Te lo chiedo da persona che in questo momento ha paura di vederti andare via.

    L'italiana chiude gli occhi, abbassando il capo per qualche attimo e stringendo le labbra.

    DG: Okay... okay...

    Annuisce e prende un respiro profondo. Riapre gli occhi e rialza il capo. Allunga una mano verso Edward. Shepard la prende con entrambe le sue, mettendosi in ginocchio e appoggiando la fronte contro il dorso della mano di lei.

    ES:Denise Galanti, so di non essere stato sincero con te. Ti prometto che non ti mentirò mai più. Ti prometto che non ti ferirò mai più. Ti prometto che il mio unico scopo nel conoscerci è stare bene assieme. E ti chiedo di non perdonarmi, mai, se infrangerò qualsiasi di queste promesse.

    La Galanti deglutisce.

    DG: Sarà meglio che tu non lo faccia.

    ES: No, non intendo farlo.

    Shepard rialza lo sguardo, sempre tenendo la mano di Denise tra le sue.

    ES: Sei una persona preziosa, Denise. E sei una persona bella. E se potessi tornare indietro e cambiare una cosa della mia vita, ti direi chi sono prima di adesso. Ma non posso farlo. Posso rialzarmi?

    DG: Sì.

    Denise si passa la mano libera sugli occhi.

    DG: Se fossi bravo la metà con le parole di quanto sei, non te la caveresti così facilmente, lo sai, vero?

    Edward si rialza in piedi, tenendo ancora la mano di Denise.

    ES: Non voglio cavarmela facilmente.

    Il wrestler guarda negli occhi la ragazza.

    ES: Voglio darti tutto quello che ho.

    Shepard rimane un istante in silenzio.

    ES: Voglio che la nostra amicizia ti metta al centro. Voglio che tu possa sorridere con me.

    DG: Dammene motivo, allora.

    ES: Vuoi passare capodanno con me?

    L'italiana arriccia un angolo della bocca.

    DG: Beh, ormai sono qui. Anche se non propriamente in dress code.

    ES: Sarai nettamente la più bella li dentro, e lo sai perfettamente.

    Edward bacia la mano di Denise.

    ES: Mi dispiace di averti fatto male, non te lo meritavi.



    Edward alza la testa, ascoltando la canzone che filtra leggermente dalla porta chiusa. Per la prima volta fa un sorriso divertito, sciogliendo la presa sulla mano di Denise, per poi avvicinarsi alla porta e aprirla leggermente, facendo uscire la musica più forte.

    ES: Mi piace questa. Ti va di ballare con me?

    Shepard tende la mano. Anche Denise sorride per la prima volta.

    DG: Va bene, Edward Shepard.

    Il lottatore si passa una mano fra i capelli biondo cenere, e Denise gli prende l'altra. I due iniziano a ballare. Ad Edward scappa un sorriso ancora più largo.

    DG: Che?

    ES: Scusami. È che sono felice. Felice di essere con te, ma anche felice di essere finalmente io.

    Il lottatore guarda Denise.

    ES: Sono passati più di dieci anni di quando sono andato a ballare l'ultima volta. Sono passati più dieci anni da quando una ragazza mi ha guardato come mi stai guardando ora. Sono stato così tanto solamente qualcuno di cui avere pietà. Ma ora sono un uomo. Un pari. E non volevo altro che questo. Voglio poter provare tutto quello che non ho potuto provare fino ad ora. Voglio prendere un Suplex! Sono più di dieci anni che non prendo un Suplex! Dio. Quanto mi manca uscire a correre! E innamorarmi! Ed essere deluso! E prendere una storta mentre lotto! E mangiare al catering di una federazione! Dio! Sono io! Denise!

    Shepard saltella.

    ES: Sono di nuovo io! Posso fare quello che voglio! Posso vivere!

    Il lottatore fa fare una piroetta a Denise.

    ES: Non lo avevo ancora realizzato.

    Edward abbraccia la Galanti, facendo una piroetta a sua volta sollevandola da terra, per poi appoggiarla di nuovo.

    ES: Scusami.

    Denise ridacchia.

    DG: Questa è la prima volta che ti vedo davvero, Edward.

    Il lottatore fa il sorriso colpevole di un bambino trovato a rubare biscotti. Gli occhi ghiaccio sono illuminati da una luce divertita e imbarazzata allo stesso tempo. In qualche modo sembra molto più giovane. Si passa una mano nei capelli.

    ES: Spero davvero non sia l'ultima.

    DG: Vedremo.

    I due rimangono in silenzio un istante, guardandosi, sorridenti, mentre la musica sfuma lentamente.

    ES: Ti va di andare?

    Edward allunga una mano, tendendola verso Denise.

    DG: Tenendoci per mano?

    La italiana alza un sopracciglio, divertita.

    ES: Così non mi perdo.

    La Galanti ridacchia, abbassando un istante la testa, per poi prendere la mano.




    Jake e Keiko si alzano in piedi. Sono in un privè con i vetri colorati che danno sulla pista da ballo sotto di loro. Un secchiello del ghiaccio sul tavolino con una bottiglia di champagne aperta all'interno. Tre calici lì vicino. Jake guarda Denise, mentre Edward gli parla. Jake sorride e tende la mano. Denise gliela stringe, mentre Keiko le gira attorno un attimo, per poi annuire. Jake recupera un quarto calice, versando lo champagne, per poi consegnarlo ad Edward e Denise. Jake dice qualcosa, e tutti e quattro alzano i bicchieri in contemporanea per poi bere. Denise chiede qualcosa ad Edward, indicando il privè, ma lui scuote la testa, sorridendo e prendendola per mano, per poi guidarla verso una porta, e delle scale, che li portano in mezzo alla pista e al casino. Edward si guarda attorno. È vivo, finalmente.
     
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    Suona il clacson ripetutamente, appoggiandosi al sedile. Fa caldo, oggi. È stato un giugno tiepido, ma oggi sembra proprio estate. La testa di Jake spunta dalla finestra, lo spazzolino ancora in bocca.

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    JK: Sei in anticipo, E.

    EB: Tu sei in ritardo.

    JK: Dobbiamo essere lì stasera.

    EB: Meglio muoversi, no?

    JK: Cos’è quella cosa su cui sei seduto?

    EB: Una Audi Cabriolet, ultimissimo modello.

    JK: Ma hanno smesso di farle quando non avevo ancora dieci anni.

    EB: Come dicevo, ultimissimo modello.

    JK: Arrivo.

    Si appoggia meglio con la schiena, guardandosi nello specchietto retrovisore.

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    Sarà una ottima giornata

    A Great Day



    Jake King lo raggiunge in una maglietta rossa aderente e un paio di jeans, fermandosi a guardare la macchina.

    JK: Perché verde fluo?

    EB: Perché era questo o mille dollari in più.

    JK: Vada per il verde fluo, allora.

    Si appoggia alla portiera con un braccio e salta dentro.

    JK: Non mi avevi detto che ti compravi un’auto, figlio di puttana.

    EB: Ho raggranellato due soldi extra con un lavoretto per Manny.

    JK: Non avrai ancora fatto il mercato con lui.

    EB: Nah. Gli serviva una riparazione urgente per la cella frigorifera, e mi ha dato duecento dollari.

    JK: Hai guardato su YouTube?

    EB: Già.

    JK: Ladro.

    EB: Imprenditore.

    JK: Hai una macchina tutta tua.

    EB: Ho una macchina tutta mia.

    JK: Possiamo rimorchiare.

    EB: Posso rimorchiare.

    JK: Siamo un tag team.

    EB: Esatto. Non c’è scritto da nessuna parte che devo lasciarti rimorchiare con la mia macchina. Altrimenti ti chiedevo la metà.

    JK: Sei tu che hai il big match, stasera.

    EB: Non farmici pensare. Non ho possibilità.

    JK: Non essere negativo.

    Sbuffa.

    EB: Lo sai anche tu. Quello sembra un killer, e lo stanno tenendo indietro apposta per spingere Benj.

    JK: Benj è un imbecille. El Matto Loco lo batte senza problemi.

    EB: Non so che dirti.

    Mette in moto e parte.

    EB: Però ci puntano. Ma adesso non pensiamo al wrestling. Cerchiamo qualcuno con cui divertirci, su.

    JK: Il signorino si è svegliato carico?

    Ridacchia, facendo spallucce e guardando la strada.

    EB: Andiamo, non mi sono laureato in teologia per nulla.

    JK: Di solito si ottiene il contrario.

    EB: Ho imparato a confessarmi meglio.

    Anche Jake ride.

    JK: E solo quello, considerando che fai il wrestler e non... qualsiasi lavoro si possa fare con teologia.

    EB: Senti chi parla, mr. mi sono laureato in legge.

    JK: E lo ha fatto pagandosi gli studi con la sua carriera sportiva.

    EB: Oh, hai ragione, mr. All American.

    Jake annuisce.

    JK: Era un po' che nessuno mi chiamava così.

    EB: Nessuno ti ha mai chiamato così.

    JK: Tutti mi chiamavano così.

    EB: Per tipo sei mesi.

    JK: Sei solo geloso di non essere mai diventato All American nella Bibbia.

    EB: Sono abbastanza sicuro che non ci sia la categoria Bibbia.

    JK: Non lo saresti comunque diventato.

    Ghigna.

    EB: In effetti no. Hai sentito mamma e papà?

    JK: Sì. Papà sta bene come al solito. Mamma è ok. Il braccio sinistro continua a darle un po' di problemi, ma mi ha detto che ci fa la Red Velvet, quando passiamo a casa.

    EB: Dio, quanto mi manca la Red Velvet.

    Jake si stiracchia.

    JK: Pure a me.

    Guida in silenzio un istante, concentrandosi sulla strada.

    EB: Qual è il nostro obbiettivo, Jake?

    Si passa una mano sul mento, pensieroso.

    JK: Il main event di Wrestlemania?

    Sbuffa.

    EB: Sii realistico.

    JK: Avere una bella vita, con una bella casa con piscina, stare bene, avere dei figli. Non voglio niente di più, in realtà. E il fatto che lo riesca a fare lavorando con il mio migliore amico mi rende felice.

    EB: Piantala che mi imbarazzo. E al momento la cosa più probabile sono i figli.

    JK: Arriverà anche il resto. Siamo un buon tag team, e non abbiamo davvero ostacoli per diventare qualcosa di grosso. Nessuno può rubarci il futuro, adesso.

    EB: Speriamo, Jake.

    JK: Ma basta pensare al futuro. Pensiamo al presente e rimorchiamo. Rendiamo oggi la giornata più memorabile della nostra vita.

    EB: Questo mi sembra un piano.

    Accelera leggermente, sorridendo. Sì. Una grande giornata.

    Tonight, First Time Ever:
    Gregory Blonde vs. Edward Bishop

     
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    Camerino della Drake 'N' Hart Connection a Zero Hour.

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    Qui ci sono Alisa Drake e Samantha Hart che stanno facendo festa dopo la vittoria titolata dei Drake.

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    Su una panca entrambe le cinture che compongono i TWC World Tag Team Championship.

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    Le due ragazze stanno ballando e festeggiando tra di loro, scambiandosi frequenti abbracci e sorrisi. Samantha è alticcia a giudicare dalle quattro bottiglie di champagne vuote posate a terra, mentre Alisa appare decisamente più sobria dell'amica. La porta del camerino si apre e da esso entra Chris Drake con Lexa Blake sulle braccia.

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    Nel vedere la scena, le Blood Sisters si fermano e se Alisa alza un sopracciglio, Samantha arriccia le labbra, fa le spallucce e inizia a svestirsi, facendo sgranare gli occhi a Lexa, causando una risata in Chris e costringendo Alisa ad intervenire, bloccandola e spiegandole che non c'è nessun sesso di gruppo celebrativo in programma. La canadese protesta con fare bambinesco sotto le ramanzine della migliore amica, le risate del fidanzato e l'incredulità della Blake che ora viene fatta sedere cautamente su una panca dal mentore che poi spiega alle compagne le sue intenzioni di invitare Lexa per il Natale, intenzioni che vengono accolte pacatamente da Alisa che annuisce e poi sorride a Lexa, e in modo euforico da Samantha che inizia a saltellare per poi andare a travolgere la giovane con un abbraccio, ignorando le molteplici ferite che questa ha sul corpo. I Drake osservano rassegnati la scena mentre la Blake subisce in silenzio il dolore e l'eccesso di entusiasmo dell'ex rivale. Dissolvenza.

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    Stanza da letto di Ellie Drake. Qui troviamo la piccola sotto lo sguardo vigile della cugina Sasha Hart.

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    La piccola sta giocando con le proprie bambole mentre è seduta a terra, ma tempo che la porta d'ingresso dell'abitazione viene aperta e questa scatta in piedi ed entusiasticamente accorre dai propri genitori e dalla zia di ritorno da Zero Hour. Samantha prende al volo la figlia, la solleva e le stampa un vigoroso bacio sulla guancia, seguito da innumerevoli sparsi su tutto il viso. Alisa subito si unisce all'amica e alla nipote, dandole anche lei un bacio e poi mostrandole immediatamente la cintura conquistata a Zero Hour, scatenando uno sguardo meravigliato nella bimba che ora, notando il padre, protende le mani verso di lui. Chris, sorriso in viso, prende in braccio la propria bambina, tenendola seduta sull'avambraccio destro e ascoltando tutto ciò che lei ha raccontargli in silenzio, ma soprattutto con lo stesso, amorevole, sorriso che ha da quando è rincasato. Lexa, un passo indietro, osserva la scena con un agrodolce sorriso. Una volta che Ellie ha finito di aggiornare il padre delle avventure che ha vissuto nei giorni in cui sono stati distanti, Chris annuisce e poi le fa notare la presenza di Lexa. La piccola, istintivamente, nasconde timidamente il viso dietro la spalla del genitore, ma dopo essere stata rassicurata da questo e, guarda Lexa e questa le si presenta, allungando la mano verso di lei e ricevendo, dopo qualche secondo e sotto sollecitazione di Chris, la mano minuta dalla bimba. Dissolvenza.

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    Soggiorno della Drake 'N' Hart House addobbato per le feste di Natale. Qui troviamo Chris, Alisa, Samantha, Ellie e Lexa. Chris e Lexa sono seduti su un divano con la giovane che parla all'amico e questo l'ascolta con un leggero sorriso dipinto sul viso mentre contemporaneamente tiene tra le braccia Ellie che ormai si è addormentata, Alisa e Samantha stanno facendo una sfida all'ultimo sangue alla PlayStation con la prima in costante vantaggio e l'altra che le prova tutte per vincere, anche scippare il joypad dalle mani dell'amica. Dissolvenza.

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    Strade del quartiere di Toronto dove la Drake 'N' Hart Connection vive. Qui Alisa e Lexa stanno facendo una passeggiata mentre tra di loro c'è Ellie, tenuta per una mano dalla zia e per l'altra dalla nuova amica. Sta leggermente nevicando, e se Alisa sembra a suo agio, Lexa sta solo fingendo di non aver freddo. Le due ragazze parlottano del più e del meno mentre la piccola si diverte a fare l'altalena con le loro braccia. Dissolvenza. Soggiorno della Drake 'N' Hart House. Samantha sta chiedendo con una certa insistenza a Lexa di fare un'ammucchiata con lei e Chris mentre questa, occhi a palla e totalmente rossa in viso, nemmeno sa come rispondere tanto è a disagio. Dissolvenza. Stanza da letto di Chris Drake e Samantha Hart.

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    Qui la ragazza che sta ancora dormendo mentre il compagno si è già svegliato. Passa qualche secondo e la giovane si sveglia. Il suo sguardo vaga un'istante per la stanza, poi si stiracchia e si mette seduta sul letto. Resta così per qualche secondo, poi si stropiccia gli occhi e infine si alza. Dissolvenza.

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    Cucina di casa Drake 'N' Hart, qui c'è Samantha che va a sedersi a tavola mentre Alisa sta già servendo la colazione sia a lei, sia a Chris, sia a Lexa e sia ad Ellie. La canadese, prima di sedersi, riceve una ramanzina dall'amica per essersi svegliata tardi e che sono già in ritardo sulla tabella di marcia per la giornata che le aspetta. Samantha le fa un dito medio e poi da un bacio sulla testa della figlia, ne riceve uno da Chris e per concludere da uno schiaffetto sulla testa di Lexa. Dissolvenza. Un supermercato.

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    La Drake sta vagando per i corridoi mentre sceglie cosa comprare mentre l'amica fa su e giù in groppa al carrello. Dissolvenza, auto di Chris parcheggiata e dove ci sono lui e Lexa. L'uomo accende una sigaretta e la ragazza, con un grande sorriso, gliene chiede una. Drake alza le sopracciglia, sarcasticamente, e poi le fa fare un tiro, con la giovane che si strozza e inizia a tossire. Chris ridacchia e irride la ragazza, con questa che, dopo essersi ripresa, gli lancia un'occhiataccia e poi gli fa una pernacchia. Dissolvenza, cucina di casa Drake 'N' Hart. Alisa, con l'aiuto di Lexa, è intenta a preparare il pranzo per se, per lei, per Chris e per Samantha.. Dissolvenza. Palestra allestita in casa Drake 'N' Hart.

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    Qui c'è Alisa che è appesa a una sbarra mentre esegue una rapida serie di trazioni. Poco più distante, in piedi davanti uno specchio, c'è Samantha che, manubri in mano, sta effettuando una serie di Arnold Press. Lexa invece è poco distante mentre esegue degli Squat con un bilanciere sulle spalle sotto la supervisione di Chris che nel frattempo sta riposando tra una serie e un'altra. Dissolvenza. Soggiorno di casa Drake 'N' Hart. Qui c'è Alisa che sta mettendo un po' in ordine la stanza mentre l'amica è stravaccata sul divano a smanettare sulla PlayStation 5. La ragazza inizia a provocare l'amica e questa immediatamente molla ciò che sta facendo e accetta la sfida che puntualmente vincerà. Dissolvenza. Sala da pranzo dell'abitazione.

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    E' sera, e al tavolo sono seduti Chris, Samantha, Alisa, Lexa ed Ellie, intenti a consumare la cena mentre parlottano tra di loro e si raccontano giovialmente la giornata. Dissolvenza. Soggiorno a tarda serata. I quattro della famiglia Drake e Hart sono seduti sul divano, e se Ellie si è addormentata tra le braccia del padre che invece sta guardando la televisione, Alisa sta facendo lo stesso, solo che è appoggiata con la testa sulla spalla di Samantha, anche lei focalizzata sullo schermo della TV, idem Lexa, solo che lei è su una poltrona adiacente e di tanto in tanto lancia occhiate ai quattro. Dissolvenza. Stanza da letto di Chris e Samantha. I due sono a letto, entrambi nudi ma celati sotto le coperte. Chris è rilassato spalle contro la testiera, mentre la compagna e appoggiata di testa sul suo petto e questo la tiene stretta con un braccio. La canadese ha uno sguardo appagato, e con la mano destra fa dei grattini sull'addome di Chris per poi chiedergli di convincere Lexa a fare una cosa insieme. Chris ridacchia e poi le spiega che non tutte le persone sono dei depravati come loro due, facendo sbuffare delusa la fidanzata. Alisa, nella sua stanza, sta sentendo della musica con delle cuffiette, oltre che per diletto, anche per coprire i rumori prodotti dal fratello e dalla compagna. Lexa, nella stanza che abitualmente usa Sasha quando è ospite dalla zia, e seduta a una scrivania e sta annotando qualcosa sul suo diario.

    CITAZIONE
    Caro diario,
    è da un po' che non ti aggiorno nonostante mi siano successe più cose nello scorso anno
    non che in tutta la mia vita. Non ti dirò proprio tutto tutto, anche perché è davvero troppa
    roba.

    Penserai che che mi manchi casa, mi manchi Jake e mi manchi praticamente tutto ciò che
    mi sono lasciata alle spalle dopo l'anno in cui sono divenuta ufficialmente una wrestler
    professionista, l'anno in cui ho perso la verginità, l'anno in cui ho combattuto una guerra,
    l'anno in cui mi sono fatta esplodere, l'anno in cui ho dato fuoco a una persona, ne ho provata
    ad acciecare un'altra e a uccidere un'altra ancora.

    Penserai che, in fondo in fondo, spero sempre che mio padre mi chiami per dirmi che posso
    tornare a casa, che sono libera di vivere il mio sogno e che è fiero di me.

    Nulla di tutto ciò è vero. Vorrei, ma non lo è, l'unica cosa che mi manca davvero è lei.
    Per il resto nulla, davvero. Ora ho Chris Drake, un uomo straordinario che riesce a
    essere per me tutto ciò di cui ho bisogno. Un amico, un amante, un mentore, un padre.
    Ho Alisa con la quale incredibilmente sono riuscita a sviluppare un'amicizia, ho Sasha che
    è un po' più grande di me e con la quale mi trovo bene e, qui non ci crederai, sembra che
    sto diventando amica anche con SAMANTHA HART! Assurda davvero questa cosa. E sì, lei
    è sempre troppo fastidiosa e inopportuna, ma non ha alcun problema con me e Chris, anzi,
    mi incoraggia, e pure troppo... Ora si è fissata che dobbiamo fare un'ammucchiata, ma mica
    capisce che a me le donne non piacciono. Mah.

    Concludo dicendo solo che tra poco tornerò a Brooklyn, non voglio scocciare troppo Chris,
    Alisa e Samantha, anche perché le feste sono finite. Comunque mi sono trovata benissimo,
    Chris aveva ragione, mi hanno fatta sentire come in famiglia, e di questo non potrò mai
    ringraziarli abbastanza.

    Probabilmente questa è l'ultima volta che scriverò qui. Sento di non averne più bisogno.

    Ciao caro diario.



    Dissolvenza. Aeroporto di Toronto.



    Qui c'è Lexa che sta salutando tutti mentre si appresta a partire per New York. Chris e Alisa si scambiano lunghi abbracci con lei mentre Samantha invece si guarda attorno sospetta e guardinga dopo ciò che successe oltre quattro anni fa in questo aeroporto. Dissolvenza. Appartamento di Lexa Blake a Brooklyn.

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    La giovane è appena rincasata e si sta guardando attorno, e nonostante abbia un leggero sorriso tatuato, una lacrima le scende inevitabilmente sulla guancia destra. Dissolvenza. La stanza usata da Lexa nella Drake 'N' Hart House, ormai vuota. Per la stanza vaga Chris Drake, sorriso nostalgico dipinto in viso. Passa qualche secondo ed Ellie raggiunge il padre chiedendogli dove sia "zia" Lexa. Chris prende in braccio la figlia, le sorride, e inizia a spiegarle che Lexa vive a New York e che ci vorrà un po' di tempo prima che potrà rivederla. Dissolvenza. Soggiorno di casa Drake 'N' Hart. Alisa sta lucidando entrambe le cinture che compongono il TWC World Tag Team Championship mentre Samantha è in disparte, smHartphone alla mano, e decisamente concentrata a smanettare su esso. Dopo alcuni secondi si ferma e annuisce, accennando al contempo un dolce quanto leggero sorriso nel vedere l'immagine del profilo di una pagina social che ha appena trovato...

    CITAZIONE

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    Dissolvenza. Una strada di un quartiere residenziale di una qualche città in Virginia come si può notare dalla targa di un auto della polizia parcheggiata al bordo della strada.



    E' notte, e all'esterno dell'auto troviamo un giovane poliziotto che sta redarguendo una ragazza ancora più giovane di lui.

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    La ragazza sembra spaventata mentre il poliziotto la osserva con sguardo severo e labbra arricciate, quasi a mostrare delusione e rammarico.

    ???: Non hai niente da dire Emma?

    La giovane deglutisce, i suoi occhi sono lucidi. Apre la bocca per rispondere, esce solo un sospiro. Dissolvenza.

    [To Be Continued...]

     
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    16/01/2021
    08:28


    ???: Ooosu!

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    Siamo all'interno dell'Empire State Building, e nonostante sia ancora mattina presto, in un "piccolo" angolo palestra del suo appartamento Kenta Shibata esegue dei Power Clean da manuale. Dalle condizioni della sua maglietta sembra aver iniziato da un bel po'.

    KS: Oosu! Oosu!

    Fa un ultimo stacco, sollevando il bilanciere sopra la sua testa.

    KS: Eee finito!

    L'attrezzo viene lanciato su dei cuscini di gommapiuma, producendo un leggero rumore metallico. Il nipponico si dirige poi verso l'angolo opposto della palestra, togliendosi la maglietta e gettandola in un cestino, per poi mettersi davanti ad una bilancia. La guarda per qualche istante, prima di salirci sopra a piedi scalzi. Passa qualche secondo.

    97.9 kg / 215.8 lbs



    Batte le mani in segno di vittoria.

    KS: Buonissimo! Buono, buono!

    Si avvia verso la zona abitabile dell'appartamento, afferrando lungo il tragitto un asciugamano che passa sui capelli e poi avvolge attorno al collo. Quando arriva in cucina, ad accoglierlo c'è una Megumi Shibata ancora leggermente assonnata, con una tazza di latte vegetale e dei biscotti al cacao davanti.

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    KS: 'giorno.

    MS: Mh. 'giorno.

    Il minore dei due fratelli afferra da uno scaffale una confezione di uova e delle proteine in polvere.

    MS: Fai un sacco di casino.

    KS: Qualcosa che non so?

    MS: Mh.

    La rossa inzuppa i biscotti, portandone uno alla bocca. Mastica piano, mentre Kenta prepara una sorta di impasto.

    MS: Krystal torna negli Stati Uniti. Va alle Hawaii.

    KS: Che?

    MS: Mi hai chiesto qualcosa che non sapevi, di questo probabilmente non ne eri a conoscenza.

    KS: Si, no... cioè, era un modo di dire!

    Il Kamikaze da le spalle all'angolo cottura.

    KS: Quando l'hai saputo?

    MS: Ieri sera. Mi ha mandato un messaggio durante Indoor War.

    KS: Mh. Che ha deciso?

    MS: Andrà a Genesi. Ha fegato.

    KS: A Genesi?

    MS: Mhmh.

    Fa un sorso dalla tazza, mentre Kenta inizia a preparare dei pancake.

    KS: Non ci sta solo Miriam come donna li?

    MS: Mhmh.

    KS: Cazzo.

    MS: Che c'è?

    Afferra una spatola, girando i primi pancake. Sono bruciacchiati.

    KS: Niente.

    La maggiore dei due squadra il fratello.

    MS: ...Ti piace Krystal?

    KS: Che?

    MS: Tu non fai mai il geloso.

    KS: Geloso? Sono preoccupato per lei!

    Su un piatto si sta creando una colonna di pancake.

    MS: Ti piaaaace!

    KS: Ma non è vero! E poi è più piccola di me.

    MS: Mi stai sul serio dicendo che ti piacciono solo le trentenni?

    KS: Quanti anni avevano le ultime con cui mi sono frequentato?

    MS: Miriam non conta, non ci stavi insieme.

    KS: Lo so, ma mi piaceva. E poi che ne sai, siamo stati nello stesso roster per un anno.

    MS: Anche peggio!

    Ultima mestolata di impasto.

    KS: E tu e John?

    MS: Ma li era diverso, non era mica il mio General Manager.

    KS: Si vabbè.

    Finalmente la cottura è finita. Kenta li ricopre di uno sciroppo denso e ambrato ed inizia a mangiare restando in piedi, mentre Megumi finisce i biscotti.

    KS: Una cosa.

    MS: Dimmi.

    KS: Quello che è successo tra te e Viola.

    MS: Mh.

    La tensione nella cucina si alza improvvisamente.

    MS: C'è qualcosa?

    KS: Niente.

    Silenzio. Kenta manda giù un boccone.

    KS: Vedi di non esagerare.

    MS: Mai fatto.

    KS: Mh. Ok. Non voglio intervenire.

    MS: Non ce ne sarà bisogno.

    La Cecchina abbandona la cucina, lasciando il fratello da solo. Continua a masticare, pensieroso.
     
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    Alexandria, Virginia. Una panoramica dall'alto prende la ridente cittadina a pochi passi dalla capitale Washington D.C. prima di scendere per le strade piene di vita tra agenti, funzionari e impiegati governativi che si dirigono verso il proprio posto di lavoro, turisti che vagano per l'Old Town scattando foto agli scorci storici, pensionati seduti all'aperto ai tavoli di una caffetteria nel quartiere Del Ray, operai che pranzano in una tavola calda di West End prima di tornare a lavoro, studenti che si dirigono chi con il pullman, chi accompagnato e chi con il proprio veicolo la Polis High School, ed è proprio qui che questa storia ha inizio...



    Siamo a settembre 2021, è il primo giorno di scuola per gli studenti della Polis High School, per le matricole il primo in assoluto al liceo, per altri invece il primo del loro anno del diploma, e tra queste persone figura una ragazza che è appena arrivata davanti l'ingresso principale del cortile accompagnata da un SUV Jeep-B guidato dalla madre.

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    La ragazza, lunghi capelli biondi, espressione solare sul viso, giacchetto di pelle leggero posato su una maglietta bianca e rosa, jeans denim e un paio di Converse All-Star nere e bianche, osserva la scuola con un leggero sorriso mentre la madre, donna di mezz'età anche lei con capelli biondi, seppur corti, vestito a pezzo unico nero con su posata una giacca color pece, si accosta affianco al marciapiede e dopo aver fatto le raccomandazioni di rito alla figlia la saluta con questa che scende dall'auto e si avvia a passo deciso verso la scuola. Una volta nel cortile che brulica di studenti impegnati a salutarsi a vicenda, abbracciarsi dopo aver passato l'estate separati e chiacchierare del più e del meno, la giovane ragazza, sorriso stampato sul viso, continua a procedere con decisione verso la propria meta che è rappresentata da un'altra studente che, seduta su una panca da sola, sta distrattamente guardando il proprio smartphone.

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    La giovane si mette alle spalle di quest'altra ragazza e dopo aver atteso qualche secondo, scuote la testa ironicamente per poi schiarirsi la voce. La ragazza si gira e nel vedere l'amica sgrana gli occhi e salta in piedi.

    ???: EMMA!

    Ed ecco che questa va ad abbracciare con gioia Emma che ricambia e dondola insieme all'amica. Le due si staccano e poi iniziano a saltellare entusiaste.

    Emma: Che dici Vic?

    Victoria: Che dico io? No Em', che dici tu? Come erano le Maldive?

    La giovane alza un sopracciglio.

    Emma: Ti ho mandato tipo una milionata di foto e vocali... Puoi quasi dire che ci sei stata anche tu.

    Victoria: Seh va be'! Raccontami meglio, specialmente tu sai cosa...

    Risatina timida per Victoria mentre Emma ridacchia divertita.

    Emma: E che ti devo di'? Abbiamo passato l'estate insieme e da cosa nasce cosa...

    Schiaffetto di Vic sul braccio dell'amica.

    Victoria: Che puttanella!

    La giovane ridacchia.

    Emma: Eh beh!

    Le due se la ridono per qualche istante.

    Emma: Ora sta a te Vic, non mi deludere.

    L'amica di Emma arrossisce e si racchiude tra le proprie spalle.

    Victoria: Macché! Lo sai che non mi si piglia nessuno...

    La giovane va subito a cingere con un braccio Victoria.

    Emma: Lo pensavo anch'io di me stessa Vic, ma poi mi sono detta: "sti cazzi Em'! Vai e giocati le tue carte!"

    L'amica alza le sopracciglia.

    Victoria: "Sti cazzi?"

    Emma: Sì Vic! Sti cazzi!

    La giovane toglie il braccio dalle spalle di Victoria mentre questa la guarda in maniera abbastanza interdetta, poi però allunga lo sguardo oltre le spalle dell'amica e arriccia le labbra. Emma nota ciò e si gira, vedendo in lontananza un gruppo di belle ragazze che sono appena arrivate nel cortile, ma le sue attenzioni sono tutte per quella al centro, la più bella e popolare di tutte.

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    Immediatamente il suo sguardo diventa decisamente più serio, cosa che porta l'amica a metterle una mano sulla spalla.

    Victoria: Em'. Lascia perdere... erdere... erdere... erdere...

    La voce di Victoria sfuma nelle orecchie di Emma mentre tutti i suoni circostanti si ovattano. La giovane arriccia le labbra frustrata mentre nella sua mente si fanno sempre più vividi dei ricordi...

    CITAZIONE
    Maggio 2021. Palestra delle cheeleader dove si stanno tenendo le audizioni per i nuovi membri in vista dell'anno scolastico successivo, presidiate dalla prossima capo cheerleader.

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    In palestra ci sono diverse ragazze tra cui Emma che, uniforme indosso, sta facendo stretching.

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    Passa qualche secondo e la giovane viene chiamata dalla capo cheerleader.

    ???: Emma!

    La giovane, quasi intimidita, lancia solo una fugace occhiata alla ragazza al centro per poi mettersi davanti al tavolo, pronta ad esibirsi. La capo cheerleader si scambia sguardi complici con le amiche per poi schiarirsi la voce, attirando le attenzioni di Emma.

    ???: Ascolta Emma. So che in questi anni il nostro rapporto è stato... travagliato. Ma io l'anno prossimo verrò promossa ufficialmente a capo cheerleader e per questo voglio aiutarti. D'altronde sono ben tre anni che provi a entrare nella squadra senza successo.

    La cheerleader annuisce compiaciuta.

    ???: Ma io so che c'è del potenziale in te, per questo oggi non sosterrai alcun provino, verrai direttamente schierata nella nostra squadra nella partita di fine anno di questa sera, e se riuscirai a impressionarmi allora sarai la prima che recluterò nella mia scuderia l'anno prossimo.

    La ragazza deglutisce mentre la cheerleader la osserva con sguardo fermo e un mezzo ghigno sul viso.

    Emma: Davvero Rachel?

    Rachel: Certo Emma. Perché non dovrei?

    Emma: Beh... In questi anni ne hai fatte di tutti i colori a me e Vic...

    Rachel: Ma chi la grassona?! E chi se ne frega! Stiamo parlando di te ora Emma, ed è con te che voglio rimediare rendendoti un membro della mia squadra... Sempre che tu non abbia paura.

    Le altre due cheerleader ridacchiano mentre Rachel osserva con un ghigno di sfida Emma che invece si impettisce.

    Emma: Non ho paura!

    Sorrisetto beffardo per Rachel.

    Rachel: Bene. Allora voglio che tu apra lo spettacolo oggi.

    La giovane sgrana gli occhi.

    Emma: O-Oggi?

    Rachel: E certo! Per essere una di noi, uscire con i ragazzi della squadra e partecipare alle feste più fighe devi essere disposta a tutto. Altrimenti puoi benissimo restare nel club delle secchione e continuare a essere fidanzata con il poster di Ed Sheeran. A te la scelta.

    La ragazza riflette qualche istante, poi annuisce convinta.

    Emma: Ci sto!

    Sorrisetto perfido per Rachel mentre le amiche ridacchiano.

    Rachel: Perfetto Emma. Allora vai a riscaldarti che questa sera ti voglio sul campo. Ricordati di scandire bene il nome della scuola e poi arriveremo noi e inizierà lo spettacolo vero e proprio...

    La giovane annuisce ancora.

    Emma: Contaci!

    Dissolvenza che ci porta nell'half time della partita di fine anno.

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    I giocatori stanno rientrando nello spogliatoio mentre lo speaker annuncia lo spettacolo delle cheerleader, e passato qualche secondo vediamo proprio Emma, pompon alle mani, uscire dal tunnel e raggiungere il centro del campo, puntando lo sguardo verso la tribuna.

    Emma: Datemi una P!

    Il pubblico risponde intonando la lettera P.

    Emma: Datemi una O.

    Nuova risposta del pubblico.

    Emma: Datemi una L.

    Altra risposta degli spettatori.

    Emma: Datemi una-

    Ma ecco che alle spalle di Emma emergono le due amiche di Rachel che le versano addosso l'intero contenuto del bidone di Gatorade, solo che al posto della famosa bevanda energizzante, sulla giovane cola addosso una sostanza densa e bianca. Immediatamente anche Rachel sopraggiunge, rovesciando un sacco pieno di piume su Emma, scatenando l'ilarità dei presenti. La maggior parte degli spettatori inizia a ridere e a fare video alla malcapitata Emma che, per quel poco che si può vedere sotto lo strato di liquido e piume, ha un'espressione amareggiata. La giovane si mette le mani al viso per poi correre via in lacrime.

    L'espressione di Emma è rabbiosa mentre guarda Rachel e le sue amiche in lontananza, e ora Victoria la scuote ancora di più per ottenere la sua attenzione. La giovane si gira verso Vic e il suo sguardo muta nuovamente, tornando tranquillo come poco prima.

    Victoria: Ehi... Lo so che ancora fa male quello che è successo alla partita, ma... ma tu non pensarci. Rachel avrà ciò che si merita. Il comitato non si è ancora espresso sulla sua estromissione dalla squadra delle cheerleader.

    Emma: Pff! Scontato che venga riconfermata, si scopa il signor Jefferson.

    Sguardo sgomento per Victoria.

    Victoria: Dici davvero?

    Emma: Non è una novità. Quella è una troia della peggior specie a cui va sempre tutto liscio. Ma sai cosa Vic? Chi se ne frega. Certo, se dovesse continuare a tormentarmi... beh, li la storia cambierebbe.

    L'amica alza le sopracciglia mentre Emma fa innocenti spallucce. Contemporaneamente la campanella suona.

    Emma: Beh, entriamo?

    Victoria: Certo! E' l'anno da senior Em'!

    Emma: Esatto Vic, quest'anno spaccheremo!

    Le due si scambiano un sorriso e si avviano verso l'ingresso della scuola.



    In sottofondo parte una canzone mentre scorrono immagini di Emma e Victoria a lezione, poi insieme a un altro paio di anonime ragazze a mensa, poi ancora nei pressi dei propri armadietti mentre sistemano le loro cose all'interno. Rachel e le sue inseparabili amiche passano di fianco alle due, e se Emma le ignora, la cheerleader le lancia un'occhiata beffarda. Dissolvenza sulla riunione del comitato organizzativo che sta valutando l'estromissione di Rachel Anderson, con questa seduta al centro della stanza davanti la giuria di professori. Dopo la pronunciazione dell'esito, Rachel sorride soddisfatta e lancia un'occhiata al signor Jefferson, il coach della squadra di Football, mentre le sue amiche esultano entusiaste. Dissolvenza su Emma nella sua stanza da letto mentre è riversa sulla scrivania a studiare. Dissolvenza, Emma sdraiata pancia in giù sul letto mentre scorre su TikTok. Dissolvenza, Emma che cammina per un vialetto mentre parla al telefono mantenendo un grande e sincero sorriso sul viso. Dissolvenza, Emma in palestra che si allena. Dissolvenza, stanza di Emma totalmente al buio, lei illuminata dallo schermo del proprio smartphone dove sta guardando la diretta di TWC Indoor War, precisamente il promo di Samantha Hart in cui si mette a nudo e chiede il match a Viola Vixen. Dissolvenza su Emma che viene accompagnata a scuola dalla madre. Dissolvenza su Emma e Victoria a lezione, poi a mensa insieme alle altre amiche, poi per le strade di Alexandria insieme a passeggiare. Dissolvenza su Emma in un sontuoso studio.

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    La ragazza è in piedi davanti alla scrivania, mani portate davanti l'inguine e sguardo impaziente, mentre il padre, un uomo posato di mezz'età sta analizzando i suoi compiti scolastici.

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    Dissolvenza che ci porta di nuovo a scuola, nella mensa, dove Rachel è il centro dell'attenzione del proprio tavolo dove ci sono le amiche e alcuni giocatori della squadra di Football. La cheerleader fa una battuta a voce alta irridendo Emma, ma questa, a diversi tavoli di distanza, ignora la provocazione e continua a pranzare con Victoria e le altre amiche. Dissolvenza su Emma a casa a studiare, poi in palestra, poi per strada mentre parla al telefono, sempre sorridente, poi di nuovo nella sua stanza a visionare la nuova puntata di Indoor War sul proprio smartphone. Scuola, casa, palestra, passeggiata con Victoria. Scuola, palestra, compiti, passeggiata sul vialetto mentre parla al telefono. Scuola in cui riceve una spallata nei corridoi da Rachel, palestra in cui sta intensificando gli allenamenti, passeggiata con Victoria, camera da letto in cui, headband di Samantha Hart sulla testa, sta guardando il Civil War Match di Nemesis sul suo smartphone con occhi sgranati ma allo stesso tempo entusiasti quando Chris Drake inizia a massacrare Gregory Montoia, seguito da lacrime di gioia quando vede la Drake 'N' Hart Connection ricompattarsi dopo le frizioni di quei mesi. Scuola, casa, compiti, palestra, passeggiata con Victoria...

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    La musica in sottofondo si interrompe mentre le due stanno camminando su un vialetto, parlando del più e del meno...

    Emma: ... e insomma ora le cose stanno così. Speriamo bene...

    Victoria: Lo spero anch'io Em'. Ti dirò, non-

    Ma ecco che il suono singolo di una sirena della polizia blocca Victoria. Le due ragazze si girano e notano una volante che si avvicina lentamente per poi accostarsi. Il poliziotto alla guida si affaccia e guarda le due ragazze che appaiono interdette.

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    Poliziotto: Emma, giusto?

    La ragazza alza le sopracciglia mentre Victoria deglutisce, quasi spaventata.

    Emma: Sì... Qualche problema agente?

    Poliziotto: Purtroppo per lei sì signorina, ma se la vedrà con il mio collega...

    La portiera del passeggiero si apre e da esso esce un giovane poliziotto.

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    Nel vederlo, Emma, sgrana gli occhi per poi assumere un'espressione entusiasta.

    Emma: JJ!!!

    Il poliziotto giovane sorride mentre Emma corre verso di lui e lo abbraccia con forza, venendo ricambiata. L'abbraccio dura qualche secondo, poi i due si staccano ed Emma osserva con occhi lucidi JJ.

    Emma: Jay! Che dici!? E' una vita che non ci vediamo! Quando sei tornato!? Ora fai lo sbirro qui!?

    Sospiro per JJ.

    JJ: Innanzitutto si dice agente di polizia, non sbirro. Inoltre ora per te sono l'agente Walker mia piccola amichetta impertinente...

    Pernacchia da parte di Emma che fa ridacchiare JJ Walker.

    JJ: Scherzi a parte Em', sì, ho iniziato ieri a prestare servizio qui ad Alexandria. Sono ancora in prova, e lo sarò per i prossimi mesi, ma diciamo che l'importante è stato superare l'accademia. Il resto verrà da se.

    La giovane alza le sopracciglia.

    Emma: Beh, se continui a fare scherzi alla gente mi sa proprio che la prova non la passerai...

    L'agente Walker alza le mani.

    JJ: E' stata una sua idea, non la mia!

    Il poliziotto dell'auto, ridacchiando, annuisce. Emma non è convinta.

    Emma: Ah davvero? E allora come faceva a sapere chi fossi?

    JJ: Gliel'ho detto io, scema.

    Emma: Pff! Lo vedi che allora è partito tutto da te?

    Walker alza nuovamente le mani.

    JJ: Ok, ci rinuncio! Con te è impossibile avere ragione!

    I due se la ridono per qualche istante sotto lo sguardo divertito di Victoria. Una volta ricomposti, Emma lancia un sorriso a JJ.

    Emma: Allora dai JJ, uno di questi giorni ci vediamo e parliamo meglio. Ora non vorrei distoglierti troppo dal tuo dovere...

    L'agente Walker annuisce.

    JJ: Ma certo Emma. Il dovere prima del piacere. Ricordalo sempre.

    Spallucce da parte di Emma con JJ che si è fatto leggermente più serio. I due si salutano, poi Walker torna nell'auto di pattuglia mentre la giovane torna a camminare con l'amica, iniziando subito a spettegolare sul giovane poliziotto. Dissolvenza su Emma che studia, poi si allena, poi nella sua stanza mentre guarda su YouTube una clip di Indoor War risalente alla scorsa primavera dove Samantha Hart sta parlando, o meglio, manipolando, Noah Benson mentre sullo sfondo Lexa Blake osserva terrorizzata. Dissolvenza su Emma che viene accompagnata a scuola dalla madre, si incontra con Victoria all'esterno, vanno a lezione insieme e poi camminano per i corridoi dirette verso i propri armadietti, ma è qui che trovano Rachel e le sue amiche ad aspettarle.

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    La giovane Emma nel vedere la cheerleader nei pressi del suo armadietto si blocca, accenna una smorfia frustrata, ma poi prende un respiro, mostra un sorriso tirato e si avvia verso di lei che la sta attendendo con sguardo beffardo.

    Rachel: Ciao Emma!

    Emma: Ciao Rach. Come va?

    La cheerleader alza le sopracciglia per poi scambiarsi un'occhiata con le sue amiche.

    Rachel: Te lo concedo Emma, quest'anno ti trovo decisamente meglio. La scuola è iniziata da quanto? Un mese? Eppure non ti ho ancora vista una volta piangere, senza contare che non hai ceduto a nessuna provocazione. Ora ti manca solo smetterla di essere una verginella e forse potrei cominciarti a considerare come una persona vera.

    Emma: Tranquilla Rachel, già fatto la scorsa estate con un bel rampollo inglese in vacanza alle Maldive.

    L'Anderson e le amiche si scambiano occhiate sorprese mentre la giovane mantiene un sorrisetto.

    Emma: Maldive. Hai presente no? Quelle isole dove io posso permettermi di andare perché mio padre è rettore universitario, a differenza del tuo che... beh, ha abbandonato quell'alcolizzata di tua madre e te quando eri solo una bambina.

    La cheerleader sgrana gli occhi, così come le amiche e Victoria, mentre Emma sorride beffarda. Rachel arriccia le labbra, digrigna i denti, i suoi occhi si iniettano di sangue, ma poi prende un respiro e tenta di ricomporsi.

    Rachel: Sai cosa? Mi piace questa tua nuova attitudine Emma, per questo sorvolerò sulla battuta che hai fatto e ti darò una chance, questa volta vera, di realizzare il tuo sogno. Vediamoci oggi pomeriggio nella palestra della scuola e ti farò un vero provino. Se lo passerai diventerai ufficialmente e per davvero una cheerleader.

    Emma: Dì vero, davvero e derivati un'altra volta e ti credo.

    Sguardo indispettito per Rachel.

    Rachel: Dico sul serio Emma. Non hai più paura, non sei più una vergine del cazzo, hai iniziato a vestirti da persona normale, ti vedo più sicura di te. Dammi l'occasione di rimediare ai miei sbagli e datti l'occasione di divenire una di noi.

    Istanti di silenzio in cui Emma si fa più seria.

    Emma: Ci sto.

    Sguardo determinato per Emma mentre Victoria sgrana nuovamente gli occhi e scuote istericamente la testa. Rachel accenna un sorrisetto perfido.

    Rachel: Bene. Ci vediamo in palestra, Em'...

    Le tre cheerleader si allontanano ridacchiando e confabulando tra di loro, mentre Victoria, sguardo preoccupato, guarda Emma che nel frattempo ha assunto un'espressione severa nel guardare le rivali andare via.

    Victoria: Em'... No... Non andare... Sicuro stanno organizzando qualche altra cattiveria...

    La giovane si gira verso Victoria con sguardo serio.

    Emma: Lo so.

    La ragazza va al suo armadietto e lo apre sotto lo sguardo sgomento dell'amica. Dissolvenza che ci porta nella palestra della scuola.

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    Qui troviamo Rachel e le sue amiche al centro della palestra che con sguardi perfidi sono in attesa di Emma. Sugli spalti alcuni giocatori della squadra di Football, altre cheerleader e altri studenti, in molti con in mano il proprio smartphone. In disparte sulle tribune c'è anche Victoria, sguardo amareggiato sul viso. Passa qualche secondo e nella palestra entra Emma, lattina di succo di mirtillo in mano e dal quale prende sorsi con una cannuccia. La giovane, passo deciso e sguardo fermo, raggiunge le cheerleader al centro della palestra mentre qualcuno già ridacchia beffardo. Rachel, espressione falsa e ipocrita sul viso, guarda Emma.

    Rachel: Em'!

    Sorriso per Emma.

    Emma: Eccomi Rach, dimmi cosa devo fare.

    Sguardo compiaciuto da parte di Rachel.

    Rachel: Per prima cosa devi imparare a condividere se vuoi essere una di noi. Tra cheerleader condividiamo tutto, successi, ragazzi, bevande...

    La cheerleader lancia un'occhiata alla lattina di succo di mirtillo in mano ad Emma, con questa che fa le spallucce e gliela consegna. Rachel getta via la cannuccia e inizia a bere dalla lattina stessa, poi torna a parlare.

    Rachel: Poi dev-

    La giovane allunga una mano, bloccando Rachel. Poi fa un passo indietro.

    Emma: Finiscila con questa farsa Rachel, so che sono qui unicamente per essere nuovamente umiliata, ma sai cosa? Hai ragione, sono cambiata rispetto allo scorso anno.

    La cheerleader alza un sopracciglio mentre Emma fa un altro passo indietro.

    Emma: E per cambiare ho imparato molte cose, tra cui come manipolare le persone.

    Altro passo indietro per Emma.

    Emma: Per manipolare una persona che ce l'ha con te bisogna mantenere un certo astio in modo da risultare credibile, ma allo stesso tempo la si deve assecondare in modo da farla finire in una finta confort zone dove è in realtà vulnerabile. E questo è ciò che ho esattamente fatto con te.

    Sorrisetto beffardo per Emma.

    Emma: D'altronde da quella cannuccia mica stavo bevendo veramente...

    Sguardo severo per Rachel.

    Rachel: Ma che cazzo dici?! Io manipolata da te?! Ma figurat-

    MA ATTENZIONE!!! RACHEL INIZIA INSPIEGABILMENTE A VOMITARE A TERRA!!! Emma balza all'indietro, evitando la reazione fisiologica della rivale, mentre i presenti sobbalzano increduli! Rachel cade sulle ginocchia sul proprio vomito per poi rigurgitare di nuovo! Una delle sue amiche va a controllarla e di risposta si becca un altro getto di vomito sul viso!!! Questa inizia a urlare inorridita mentre la maggior parte dei presenti sono allibiti, ma nonostante ciò alcuni di loro iniziano a fare video e dirette social. Rachel continua a rigurgitare a terra mentre una spietata Emma torreggia su di lei e si gode la sua vendetta. Rachel, ormai stremata e faccia a terra sul suo stesso vomito, ansima, e ora Emma la guarda per poi aprire le braccia e puntare uno sguardo compiaciuto su di lei.

    Emma: IT'S EMMA, BITCH!



    E detto ciò Emma si avvia verso l'uscita della palestra seguita dagli sguardi esterrefatti dei compagni di scuola, dagli obiettivi degli smartphone che hanno documentato tutto, ma soprattutto dallo sguardo sgomento di Victoria. Emma, uscendo, si scambia uno sguardo con l'amica, e se questa è ancora allibita da ciò che la giovane ha appena fatto, quest'ultima invece sorride soddisfatta per poi tornare a guardare davanti a se e varcare l'uscita della palestra.

    [To Be Continued...]



    Mesi dopo...



    Vediamo Emma nella sua stanza, sola, rannicchiata in posizione fetale sul proprio letto mentre trema e piange. Lentamente porta il telefono all'orecchio, e passato qualche secondo di attesa riceve la risposta...

    Emma: S-Sono io... Parlano di denunciarmi alla polizia...

    La giovane tira su con il naso.

    Emma: Solo t-tu puoi salvarmi...

    Alcuni secondi in cui Emma riceve risposta alla sua richiesta, cosa che le fa aumentare l'intensità del pianto.

    Emma: T-Ti prego... Fallo per me... Sei pur sempre la mia famiglia...

    La ragazza continua a piangere terrorizzata. Le immagini dissolvono.
     
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    Diretta Instagram dall'account @itssamybitch.

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    Inquadrata mentre tiene in mano due Awards c'è Samantha Hart.

    Samantha: Ehi bitches, it's Samy! Allora, innanzitutto voglio ringraziare Total Wrestling Illustrated per avermi premiata come Wrestler Of The Year...

    La voce di Alisa si sente da dietro l'inquadratura.

    Alisa: Comedy Wrestler Of The Year...

    Samantha: Va be' è uguale, anzi...

    Lo sguardo di Samantha si illumina.

    Samantha: Fare regni lunghi conditi da match, promo e momenti noiosi è semplice, ma far ridere è tutta un'altra cosa. Richiede una costante inventiva e attenzione ai dettagli, per questo il mio riconoscimento è il più importante del mondo.

    Espressione compiaciuta per Samantha che poi alza un dito mentre tiene in mano ancora l'Award.

    Samantha: Comunque!

    La canadese poggia gli Awards e si fa dare il proprio smHartphone da Alisa per poi spostare l'inquadratura dalla fotocamera posteriore a quella frontale, inquadrandosi, e fatto ciò procede con una panoramica sulla stanza con lei sempre in primo piano, e la cosa ci fa notare la presenza di Chris, Alisa ed Ellie Drake, Sasha Hart, e svariate altre persone tra cui diversi bambini.

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    Il soggiorno dell'abitazione è addobbato a festa e i presenti stanno tranquillamente festeggiando.

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    Samantha: Oggi è il quinto compleanno di Ellie, quindi mi aspetto un botto di auguri via Direct o rosico. Inoltre per un'assurda e fortuita coincidenza, oggi non è solo il compleanno di mia figlia, ma è anche il decimo anniversario tondo tondo dal mio debutto!

    Sguardo entusiasta per Samantha.

    Samantha: Ora, ho chiamato i dirigenti TWC dicendogli di anticipare la puntata a oggi per far cadere preciso l'anniversario ma 'sti stronzi mi hanno detto no visto che Indoor War fa in onda solo ed esclusivamente di venerdì. Gli ho chiesto allora di fare una puntata a buffo di FRONTLINE per l'occasione e ancora nulla. Gli ho chiesto di farmi andare su TBS stasera per varcare la Forbidden Door, cosa che tra l'altro inventai io tra TWC e FWP, ma ennesimo no ricevuto.

    La canadese fa spallucce sconsolate.

    Samantha: Quindi, seppur in ritardo, festeggerò venerdì questo traguardo che solo io posso vantare visto che tutti quelli che hanno debuttato prima di me nelle federazioni che contano sono tutti ritirati.

    Risatina beffarda per Samantha.

    Samantha: Perciò ci vediamo a Indoor War dove festeggeremo alla grande nell'unico, irripetibile e già leggendario A Decade Of Samy!

    Sorriso compiaciuto per Samantha.

    Samantha: Beh, ora torno a festeggiare mia figlia e più tardi a festeggiare il mio decennale con Chris. Stasera proveremo Lo Struzzo, ovvero lui sopra e io sotto solo che con la testa nella sabbia. Bella!

    Nuovo sorriso soddisfatto prima che la diretta si interrompa.
     
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    O' Latitant'

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    Adesso abito all'American Gardens Building, sull'ottantunesima West, undicesimo piano.



    Mi chiamo Becky Deckard, ho 32 anni. Credo fortemente nella cura della persona, in una dieta bilanciata, nel rigoroso e quotidiano esercizio fisico.

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    La mattina noto in genere un certo gonfiore intorno agli occhi, mi applico un impacco di ghiaccio e passo agli esercizi di stretching. Ne conosco un migliaio. Tolto l'impacco di ghiaccio, mi detergo con una lozione che pulisce i pori in profondità. Per la doccia uso un gel detergente ai principi attivi. Quindi un sapone al miele e mandorle. E per il viso un gel esfoliante. Applico quindi una maschera facciale alle erbe che lascio agire per dieci minuti mentre proseguo nella mia routine. Uso sempre una lozione profumante con poco o niente alcol, dato che l'alcol secca la pelle e fa apparire più vecchi. Quindi una lozione emolliente, un balsamo antirughe per il contorno degli occhi e infine una lozione protettiva idratante.



    C'è una vaga idea di Becky Deckard, una sorta di astrazione. In realtà non sono io, ma una pura entità, qualcosa di illusorio. Anche se so mascherare la freddezza del mio sguardo, e tu puoi anche stringermi la mano e sentire la mia pelle a contatto con la tua, e persino arrivare a credere che i nostri stili di vita sono perfettamente comparabili...

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    La verità è che io non sono lì.
     
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    The Splendid Life of Edward Bishop
    Part 1: The gift of God



    TS: Forza, più velocità alle corde.

    Corde, che complimento. Sente i cavi d’acciaio coperti dal nastro adesivo che gli segnano la carne, ma non si preoccupa. Cambia direzione, e viene spinto ad alta velocità in avanti. Passa sotto un braccio teso e rimbalza di nuovo. Il ring è piccolo, e ci sta correndo su da più di un’ora. Fatman mima di nuovo un braccio teso, e lui passa di nuovo sotto. Fa caldo, nonostante sia Maggio. Fatman, tutt’altro che grasso, sta colando nonostante sia solo in pantaloncini. E lui ha una maglietta grigia, o per lo meno che era grigia, incollata al corpo. Rimbalza di nuovo.

    TS: Shoulder Block.

    Fatman lo intercetta. Si butta a terra, all’indietro, e allarga le braccia, per attutire il colpo. Il legno rimbomba nelle sue orecchie. Talent Scott applaude, soddisfatto.

    TS: Bel lavoro, bel lavoro. Non ti sei ucciso, giusto?

    Si rialza, sorridendo.

    EB: No, sto bene.

    TS: Bene?

    Scott lo guarda con un sopracciglio alzato. È un uomo gioviale, sulla quarantina, con dei folti baffi a manubrio e i capelli lunghi neri. Lotta nella Glory Of Christ Combat, anche se non si direbbe. Fatman è suo cugino, tale Stewart Johnson, sempre di “fama” GCC, sulla trentina, alto, muscoloso, capelli biondissimi rasati militarmente, mascella quadrata. Il suo feud più di successo è contro The Crazy Japanese, agli atti Frank Panera, metà filippino, metà italoamericano, zero nipponico, capace di farsi fischiare per dichiarare l’ingiustizia di prendersi una bomba atomica. Sessant’anni e non passa mai di moda la lotta con il Giappone. È l’unico che si è presentato alla loro scuola di wrestling, poco più di una vecchia stalla con un bel ring montato nel centro, ma non si sono fatti problemi. Lo allenano per una manciata di dollari l’ora, che riesce a pagarsi facendo lavoretti, e sfruttano la cosa per tenersi in allenamento. Ha appena iniziato a imparare come cadere, ma gli hanno detto che ha del potenziale. Gli piacerebbe lottare seriamente, anche se mamma non è particolarmente d’accordo.

    EB: Non è come buttarsi su un cuscino, ma si sopravvive.

    FM: Gli fa un male cane, Scott.

    TS: Ci mancherebbe anche altro. Ma per oggi va bene così. Se vuoi andare, noi ci prendiamo il tempo di fare un match di sparring.

    EB: Vi faccio da arbitro, così imparo qualcosa.

    FM: Ah, cosa vuoi imparare da Scott. Trent’anni di business e fa ancora i clinch dal lato sbagliato.

    TS: Non sono dal lato sbagliato. Sono imprevedibili.

    FM: Sarà.

    Scott sale sul quadrato, togliendosi la maglietta e rimanendo in pantaloncini a sua volta. A differenza di Fatman ha un po’ di pancia, che nasconde sapientemente quando lotta con una panciera e un singlet, ma è comunque in forma per un uomo della sua età.

    TS: Tre round, cinque minuti?

    FM: Va bene. Un minuto di pausa. Niente colpi, ho un appuntamento.

    TS: Briccone.

    Si asciuga il sudore dalla fronte e li osserva, per poi fare segno che possono partire. Iniziano a lottare. Utilizzano uno stile molto classico, onestamente molto più impegnato allo stupire un, al momento non esistente, pubblico. Scott padroneggia una personalità di assoluto machismo, massaggiandosi i baffi con le mani durante le prese di sottomissione ed esclamando olé ad ogni proiezione. Fatman invece non spinge tutto il tempo, ma lascia a Scott spazio per respirare e allungare l’incontro. Il finale è nel terzo round, a tre minuti e mezzo, dove dopo una rapida reversal Fatman solleva Scott con una Bodyslam, schiantandolo a terra, per poi buttarsi alle corde e connettere una senton. Schienamento accademico, uno, due, tre. Applaude.

    TS: Non dovrebbe davvero applaudire, l’arbitro.

    Tossisce, rialzandosi in piedi afferrando la mano di Fatman.

    FM: Ma contento ti sia piaciuto. Adesso sgomma.

    EB: Va bene ragazzi, grazie. Ci vediamo mercoledì.

    TS: Va bene, ragazzo.

    Salta giù dal ring e afferra il suo borsone, saltando sulla bicicletta e partendo in corsa. Vuole farsi una doccia. Ha un po’ di strada da fare, più di mezz’ora, ma non è preoccupato. Lascia che la mente vaghi, mentre pedala. La scuola non lo preoccupa. Sta ottenendo i risultati che vuole, sempre primo della classe, senza sforzarsi troppo. Qualcuno gli passa a fianco, pedalando rabbiosamente.

    JK: Ehi!

    Rallenta per permettere a Jake King di stare al passo con meno fatica. Ha tredici anni, ma è già alto, magro come un picchetto, i capelli biondi rasati corti sui lati e più lunghi sopra. Gli sorride, ansimando leggermente.

    JK: Com'è andata?

    EB: Bene. Credo di essere davvero capace, oramai.

    JK: Figata! Mamma mi ha detto che dall'anno prossimo posso venire anche io, se va bene a Scott.

    EB: Uh, sarebbe carino.

    Si sono incontrati ad un torneo di scacchi per adulti. Jake ha riscosso molto più successo di lui, nonostante lui si fosse qualificato solamente ai quarti, mentre Edward era arrivato in finale. Erano diventati amici. Quasi fratelli. È onestamente stimolante avere a che fare con una mente comparabile alla sua. Tutti gli altri sembrano pensare al rallentatore.

    JK: Potremmo fare tag team.

    EB: Nah, sono una persona solitaria.

    JK: Ma piantala.

    Anche mamma e i King erano diventati amici. Gli aveva fatto piacere. Sono due persone cordiali, sorprendentemente fuori posto nel sud degli Stati Uniti, con il loro accento e il loro modo di vestirsi, ma sinceramente buoni. E a mamma aveva fatto bene trovare qualcuno, dopo che papà se n'era andato. L'unica cosa che è rimasta di papà è la casa e il suo cognome.

    JK: Ehi, non ti perdere nei tuoi pensieri!

    EB: Scusami. Com'è che sei passato da queste parti?

    JK: Mi hanno detto di venirti a prendere. Ma è da te.

    EB: Speriamo facciano qualcosa di decente per cena, allora.

    JK: Ma smettila, che tua mamma cucina ottimamente.

    EB: Vero.

    Il sole è sceso, finalmente, e manca poco a casa. Svoltano a destra, e imboccano la via.

    JK: Chi arriva prima?

    EB: Lo sai che ti batto.

    JK: Non se parto prima.

    Jake scatta, ed Edward accelera subito dopo di lui. Ma Edward è più veloce, e lo supera, staccandolo di una decina di metri, ridendo. Intravede casa sua, buia, e poi una figura in piedi, lì davanti. Sembra stravolta. Il riso gli si congela in bocca. È la madre di Jake.

    ???: Edward! È successa una cosa terribile.




    Una stanza d'ospedale. Mamma, stesa sul letto, pallida come un cencio.

    EB: Ma.

    JS: Eddie.

    Jeannete Shepard, i capelli biondo cenere sparsi sul cuscino, gli sorride.

    JS: Il mio dono di Dio.

    Si avvicina e gli prende una mano. È fredda, e bianca. Trattiene il respiro per non scoppiare a piangere.

    JS: Eddie.

    Sospira, chiudendo gli occhi.

    EB: Ma.

    Silenzio.

    EB: Ma!

    Silenzio.

    EB: MAMMA!

    Silenzio.
     
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